vigneto Friuli

L'esponente del governo ottimista sul Tocai: deve rimanere solo nostro.
L'Ue ha accettato di riaprire il dossier della contesa con l'Ungheria

Alemanno: allargando a Est ci saranno nuove opportunità
Il Collio non avrà problemi

"Alimenta la rassegna dell'agroalimentare di qualità friulano e non solo che si è appena conclusa alla Fiera di Udine ha avuto il privilegio di ascoltare in uno dei suoi convegni il massimo esponente dell'agricoltura italiana: il ministro Gianni Alemanno. Il quale è intervenuto a una tavola rotonda su un tema di strettissima attualità ossia "Tradizione agroalimentare e territorio: quali prospettive e quali politiche a seguito dell'allargamento a Est dell'Ue". Un problema che ci interessa da vicino in quanto il Friuli è terra di confine e l'unica barriera che rimane da abbattere è proprio quella orientale con la Slovenia.

Signor ministro allargamento a Est. Cosa significherà per noi friulani?
«Ci saranno parecchie opportunità per tutti e anche per il Friuli-Venezia Giulia piuttosto che pericoli. L'agricoltura dell'Est europeo ha bisogno di una spinta per la sua modernizzazione di incentivi di investimenti per entrare nell'Ue. Mi preoccupano più i negoziati Wto del prossimo autunno in quanto non si prevedono gli interventi che ricerchiamo a favore delle denominazioni di origine».
Il primo effetto per il Friuli-Venezia Giulia sarà probabilmente sul vino con la concorrenza del Collio sloveno...
«Quello del vino è un settore che non ci creerà problemi. Per quanto riguarda la Slovenia con voi confinante abbiamo imposto il divieto della denominazione Collio. Faremo in modo che ci sia una distinzione netta tra produzione slovena e friulana soprattutto per quanto riguarda la pratica dello zuccheraggio».

La sempre attuale questione Tocai: vinceremo la battaglia?
«E' una storia lunga contrassegnata da una serie di errori negoziali. Con il ministro Frattini è stato riaperto il discorsco Ue-Ungheria con reciproca soddisfazione. Sono ottimista sulla possibilità di rivedere quell'accordo in base al quale il Tocai era stato praticamente svenduto. Noi vogliamo difendere questa denominazione perchè riteniamo che il Tocai ungherese non abbia nulla a che fare con il Tocai friulano. E' diversa la grafia come pure il tipo di prodotto». Infatti una conferma dell'ottimismo di Alemanno è venuta alla Conferenza regionale dell'agricoltura dal dottor Giuseppe Ambrosio dirigente del Mipaf il quale ha riferito che l'Ue ha accettato di riaprire il dossier della controversia con l'Ungheria.

Quote latte si va verso una riforma peraltro necessaria: quali proposte farà all'Ue?
«Innanzitutto va detto che in consiglio dei ministri abbiamo preso in considerazione la necessità di fare proposte di riforma partendo dal condono del pregresso. Proporremo di rivedere la compensazione tra regione e regione ma anche una nuova formula di prelievo delle multe che dovranno avvenire mensilmente per evitare accumuli. Il condono assume il contorno di aiuto di Stato ma non riguarda chi ha esagerato nell'aggirare le norme comunitarie».

Non le pare che la misura del 25% sia troppo generosa per chi ha sforato il tetto? Si dice che premia i produttori furbi e punisce gli onesti.
«Dobbiamo voltare pagina un passo necessario per poter fare la riforma del settore. Inoltre bisogna risolvere il problema del latte in nero quello non fatturato. Ricordo che il 25% introitato dallo Stato sarà utilizzato per investimenti nel settore».
In Italia e in Europa c'è un vivace dibattito sulle produzioni Ogm. Alla vigilia delle semine qual è il suo orientamento?
«In effetti il problema si concentra proprio sulle semine. Chiediamo regole molto precise al fine di garantire la libertà di scelta del consumatore e del produttore. Insomma vogliamo essere protagonisti nel richiedere con forza trasparenza del mercato e della produzione».

Tracciabilità dei prodotti dal campo al piatto a difesa della qualità e della genuinità. Cosa ci può dire?
«La qualità è il futuro dell'agricoltura italiana anche per vincere le possibili sfide dei nuovi paesi aderenti all'Ue. Dal Parlamento abbiamo ricevuto una delega ampia secondo la quale bisogna stabilire le normative quadro sulla tracciabilità obbligatoria e su quella facoltativa. Ciò significa che dovremo arrivare a delle regole che possano valere per tutte le filiere agroalimentari».

Si è appena concluso l'Anno della montagna. Quale futuro per l'agricoltura in quota?
«Nella legge finanziaria c'è un fondo consistente per i prodotti di montagna al fine di poterne riconoscere il valore. Il ministro La Loggia poi dovrà presentare il testo di una nuova legge-quadro: l'idea è quella di proteggere e valorizzare le qualità di nicchia per far rimanere l'uomo in montagna. Questa è un'agricoltura che vale di più per cui va adeguatamente sostenuta".

di GIUSEPPE LONGO in pagina AGRICOLTURA IL MESSAGGERO VENETO 11.3.2003