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"I PRODOTTI OVICAPRINI DI QUALITÀ DEL FRIULI-VENEZIA GIULIA:
LA GARANZIA DELLA FILIERA CORTA
Echi di un interessante incontro tecnico tenutosi il
29 MAGGIO 2005 PRESSO L'AZ. AGR. CAPRAMICA a PINZANO AL TAGLIAMENTO (PN)

     "L'Associazione per la Valorizzazione dei Prodotti Ovicaprini del Friuli Venezia Giulia intende presentare in questa occasione i propri prodotti: formaggi e carne".
     Così ha esordito. MASSIMILIANO SAMSA PRESIDENTE dell' Associazione per la Valorizzazione dei Prodotti Ovicaprini del Friuli Venezia Giulia nell'aprire i lavori in un recente e riuscitissimo convegno "ad hoc" tenuto a Pinzano al Tagliamento.

     "La caciotta- ha proseguito SAMSA- è un formaggio a pasta molle stagionato per breve tempo (15-21 giorni) mentre il caprino semistagionato è un formaggio semiduro caratterizzato da un periodo di maturazione che va dai 2 sino agli 8 mesi. Essi sono prodotti tradizionali ottenuti artigianalmente dal solo latte di capra munto nella giornata. Tale origine li rende un alimento dal gusto tipico ed inconfondibile adatto non solo alle persone che presentano intolleranze alimentari ma ai consumatori di tutte le età.
     Formaggi caprini: i formaggi bianchi per intenditori. Tra le carni il tradizionale capretto si caratterizza non solo per il gusto delicato gradevole anche ai palati più fini ma ancor più per la sua digeribilità che lo rende adatto alla dieta di adulti e bambini ottimo tutto l'anno. Per adulti e bambini la carne che sa di festa ottima nella dieta di tutto l'anno. L'agnello di razza Carsolina razza autoctona salvata dall'estinzione grazie al lavoro di pochi allevatori viene tradizionalmente allevato allo stato brado sulla landa carsica. Da sempre in questa zona l'attività di pascolamento del gregge svolge il ruolo fondamentale di prevenzione degli incendi boschivi e di mantenimento del delicato equilibrio dell'ecosistema carsico. L'agnello carsolino si nutre di solo latte materno e ciò rende la sua carne particolarmente apprezzata per la delicatezza nonché per l'elevato valore nutrizionale. Nel rispetto di piacevolezza e storia tali prodotti sono sulla strada della certificazione volontaria: l'attestazione del rispetto delle norme di produzione da parte di un ente terzo sulla base delle prescrizioni della Legge Regionale 13 agosto 2002 n.21 del Friuli Venezia Giulia che regolamenta il marchio A.QU.A. Così la "qualità" diviene sinonimo di "garantito controllato e rispondente a determinate regole".
     "In tale maniera -ha concluso SAMSA- i produttori dell'Associazione per la Valorizzazione dei Prodotti Ovicaprini intendono offrire particolari garanzie a tutela del consumatore".
     Il saluto dell'Amministrazione provinciale di Pordenone è stato portato nell'occasione dall' Assessore FRANCESCONI.
Dopo l'introduzione di SAMSA hanno preso la parola vari ricercatori e docenti universitari trattando temi particolari poi approfonditi in sede di dibattito.

  • Fra questi i proff. Edi Piasentier Roberto Valusso dell'Università di Udine (I PRODOTTI OVICAPRINI DEL FRIULI-VENEZIA GIULIA FRA TRADIZIONE ED INNOVAZIONE)

  • Barbara Toso del C.I.A.S.E. Centro Regionale per l'Istruzione e l'Assistenza Socio-economica in Agricoltura
    ( IL SISTEMA DI QUALITà E CERTIFICAZIONE DEI PRODOTTI OVICAPRINI A TUTELA DEL CONSUMATORE)

  • ed il prof. Mario Gregori dell' Università degli Studi di Udine Dipartimento di Biologia ed Economia Agroindustriale (ACQUISTARE I PRODOTTI NELLE AZIENDE AGRICOLE )

     Va detto anche che SAMSA nell'occasione ha sostenuto un duplice impegno dovendo sostituire all'ultimo momento Dimitri Zbogar Presidente Coldiretti Friuli V.G. presentando una specifica relazione sul tema ""IL PROGETTO DI VALORIZZAZIONE DELLE PRODUZIONI OVICAPRINE DI QUALITÀ "
     "L'allevamento ovicaprino nella nostra regione – ha esordito SAMSA- vanta antiche radici che gli hanno consentito di sopravvivere nonostante le limitazioni al pascolo boschivo progressivamente introdotte dagli inizi del ' 900. Il patrimonio ovicaprino regionale è prevalentemente localizzato nelle zone classificate come "territorio montano" comprendente la metà settentrionale della regione e la sua estrema fascia orientale lungo il confine con la Slovenia.
     Quindi le zone di maggiore diffusione corrispondono con i comprensori alpino prealpino e carsico comprensori che oggi rappresentano anche un vanto regionale per le loro peculiarità paesaggistiche ed ambientali.
     Il numero degli allevamenti negli ultimi dieci anni è passato da circa 1700 unità alle attuali 700 come riportato dal Quinto Censimento generale dell'Agricoltura.
     Va anche considerato che vengono censite come attività di allevamento ovino e caprino anche le realtà piccolissime che spesso affiancano alla mandria bovina qualche pecora o capra. In ogni caso la contrazione del numero di allevamenti conferma il fenomeno purtroppo ben conosciuto dell'abbandono della campagna e del lavoro agricolo.
     L'allevamento ovino e caprino hanno sofferto in maniera particolare di questa tendenza generale perché spesso si è preferito dedicarsi al comparto bovino ritenuto più remunerativo. Anche il numero di capi allevati è diminuito passando in un decennio da circa 14000 a 12000.
     La contrazione del numero di aziende e del numero di capi allevati dimostrano soprattutto la progressiva scomparsa degli allevamenti di piccola dimensione : non dimentichiamo che nel secolo scorso ogni famiglia rurale nelle zone svantaggiate poteva contare su un piccolissimo allevamento che garantiva la produzione di carne e di latte per la loro sussistenza più che rappresentare una fonte di reddito. Il dato positivo è che a questa scomparsa corrisponde una relativa stabilità delle altre realtà aziendali con un aumento significativo del numero medio di capi per azienda. Ciò consente agli agricoltori di ottenere un reddito sufficiente dalla attività zootecnica e pertanto di essere predisposti positivamente per il futuro.
     Negli ultimi anni si è registrata un rinnovato interesse per allevamenti alternativi a quello bovino e per prodotti innovativi o al contrario con forti connotati tradizionali. Questa dinamica è stata rafforzata dall'avvenuto riconoscimento del ruolo svolto dalla zootecnia minore nella preservazione dell'ambiente rurale e di diversi ecosistemi.
     Particolare attenzione merita inoltre la recente azione di tutela della razza Istriana che è stata inserita nel Registro Anagrafico della razze ovine e caprine di interesse locale e il cui allevamento è sostenuto dal Piano di Sviluppo Agricolo Regionale.
     I prodotti ovicaprini che meritano la nostra attenzione sono sia quelli della tradizione casearia di cui caciotta caprina e caprino stagionato sono i principali rappresentanti che quelli carnei appunto la carne di agnello e il capretto oltre che alcuni salumi. L'Associazione per la Valorizzazione dei Prodotti ovicaprini del Friuli Venezia Giulia nasce con il principale obiettivo di valorizzare questi beni fieramente legati alla nostra cultura e alla nostra tradizione.
     Diversi tra questi prodotti hanno già ottenuto un importante riconoscimento essendo stati inseriti nell'Elenco dei prodotti tradizionali del Friuli #173 Venezia Giulia con il DECRETO MINISTERIALE n° 350 dell' 8 settembre 1999. Questo successo è divenuto per noi un nuovo punto di partenza.
     Le nostre produzioni non sono quantitativamente elevate rappresentando inevitabilmente realtà di nicchia poco note purtroppo anche al consumatore locale.
     Ma siamo certi che proprio i prodotti di nicchia possono essere una valida risposta del comparto agricolo e zootecnico alle richieste del consumatore.
     Il mercato alimentare attuale è caratterizzato da una costante e pressante richiesta di prodotti di alta qualità termine questo con cui il consumatore riassume la sua esigenza di genuinità sicurezza salubrità e indubbiamente di caratteristiche organolettiche superiori.
     Per i prodotti lattiero-caseari ovi-caprini va ricordato che essi rispondono anche ad esigenze nutrizionali particolari quali la maggiore digeribilità o la presenza di forme allergiche al latte di altre specie.
     A ciò si aggiunge la tendenza al "ritornare alle origini" vale a dire a ricercare i prodotti della propria storia.
    Da sempre i prodotti agroalimentari tipici di una terra ne rivelano i tratti storici e culturali e la nostra storia fatta di agricoltura e di legame alla terra non va dimenticata ma valorizzata.
L'Associazione ha scelto la via della certificazione di qualità con il marchio regionale AQUA proprio per cercare di coniugare le tradizioni con le esigenze di garanzia e tutela del consumatore. Abbiamo pensato che la certificazione è un rafforzamento del rapporto tra agricoltura e consumatore basato per ora sulla fiducia personale. Il nostro progetto di valorizzazione pone quindi come obiettivo principale quello dell'ottenimento del marchio di qualità AQUA. Per ora abbiamo scelto di puntare su caciotta caprina caprino semistagionato e carne di agnello e di capretto ma è nostra intenzione proseguire su questa strada negli anni futuri pensando alla certificazione anche per altri prodotti tipici delle nostre aziende.
     Dal punto di vista tecnico l'obiettivo di coniugare tradizione con qualità e sicurezza si può ottenere solo introducendo tecniche innovative di trasformazione di controllo e di gestione dell'allevamento.
     Èperciò necessario diffondere presso i produttori locali le conoscenze scientifico-tecniche già acquisite al fine fornire validi supporti tecnico-scientifici per migliorare la qualità dei prodotti siano essi formaggi o carne.
     Al contempo è indispensabile poter approfondire le conoscenze del settore attraverso indagini e sperimentazioni così da completare le esigenze di caratterizzazione dei prodotti e di approfondimento di tematiche tecnico-scientifiche.
     Per raggiungere questi obiettivi l'Associazione per la Valorizzazione dei Prodotti Ovicaprini ha consolidato il rapporto con il Dipartimento di Scienze Animali dell'Università di Udine in particolare con il prof. Edi Piasentier e con il dott. Roberto Valusso con cui per altro tutte le aziende socie collaborano da anni al fine migliorare le tecniche di allevamento e di trasformazione.
     Il nostro Progetto di Valorizzazione ha anche lo scopo di andare oltre alla realtà aziendale per incontrare il consumatore rafforzare il rapporto di vendita diretta e cercare al contempo di fare conoscere le nostre produzioni ad altri potenziali acquirenti.
     È necessario quindi studiare il settore dal punto di vista commerciale per valutare gli sbocchi di mercato esistenti e soprattutto creare nuovi canali di commercializzazione.
     Abbiamo affidato questo compito al prof. Mario Gregori dell'Università di Udine esperto in marketing del settore agroalimentare e che potrete conoscere fra poco essendo relatore di questo convegno.
     Infine ma non ultimo abbiamo investito parte delle risorse messe a disposizione dalla misura M del Piano di Sviluppo Rurale regionale per l'attività di divulgazione ossia per far conoscere il nostro progetto e i risultati del nostro impegno.
     SAMSA ha così terminato la sua relazione : " vorrei ricordare l'impegno della Federazione Regionale Coldiretti che ha appoggiato la nostra iniziativa riconoscendo in essa i valori del legame al territorio alla tipicità nonché della garanzia e della tutela del consumatore e l'impegno del CIASE che ha messo in campo le sue forze e le sue competenze per seguirci passo passo per raggiungere i nostri traguardi".
     Le conclusioni sono state tratte dal Direttore centrale delle Risorse Agricole Naturali Forestali e della Montagna. dr. Augusto VIOLA che ha portato nell'occasione il saluto ed il pensiero al riguardo dei vari problemi all'ordine del giorno dell' Assessore Regionale delle Risorse Agricole Enzo
Marsilio riassumendo tutta una serie di interventi ed iniziative poste in essere dalla Direzione per contribuire al benessere del comparto.
Il coordinamento dei lavori è stato affidato al dr. Claudio Fabbro agronomo e giornalista agricolo.
     Alla fine del convegno è seguita la degustazione guidata di vari prodotti ovicaprini

claudiofabbro@tin.it 335 6186627 GO(16.8.05 )