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PRESENTAZIONE
IL DUCA Emilo I°

     Fu nel lontano 1978 che nell’ambito di una manifestazione enogastronomica in quel di Lubiana ebbi modo di conoscere Claudio.
     Io allora ero alla guida dell’ Assessorato regionale dell’agricoltura e foreste e lui giovane direttore di un paio di Consorzi di Tutela isontini in cui aveva avuto modo di esprimere per il meglio tutta una serie di nozioni apprese alla Facoltà d’Agraria dell’ Università di Bologna affinate ed integrate con  una felice esperienza quale insegnante all’Istituto tecnico agrario Paolino d’Aquileia di Cividale del Friuli.
     Seppi poi che Claudio aveva ottenuto la prima supplenza  subito dopo l’esame di Stato (sostenuto e superato il 16 marzo  1972 subito dopo essersi laureato con una tesi di ricerca che il Ducato dimostrò d’apprezzare alquanto pubblicandola nel 1977) svolgendo in contemporanea un  tirocinio pratico presso aziende pilota  e non mancando mai a corsi d’aggiornamento vari in e fuori regione.
     Visti e piaciuti come avviene  quando s’avverte “per simpatia” come direbbero gli esperti artificieri.. un’affinità nel dire e nel fare.
     Lo ritrovai –vincitore di pubblico concorso per consigliere agronomo- all’Assessorato di Via Percoto 16 in Udine  e gli affidai prontamente una serie di incarichi che seppur di natura diversa da quelli a lui  piu’ consoni ( rapporti con il Ministero agricoltura e foreste Centro operativo ortofrutticolo di Ferrara ecc. ecc. ) non esitò ad affrontare senza timori reverenziali crescendo nel tempo.
     Il destino mi volle poi alla vice presidenza del Consiglio regionale ed alla presidenza dell’ E.R.S.A. e fu proprio in quest’ultimo ruolo istituzionale che ebbi modo di riprendere con Claudio   contatti  solo temporaneamente interrotti fatte salvo occasionali frequentazioni ed i tradizionali auguri  natalizi.
     Quando all’Assemblea del Ducato del 19 giugno 2004 – in clima di profondo e necessario rinnovamento-  lo proposi quale possibile membro della Corte ducale  riscontrai con piacere unanimità di consensi
     Entrato come è suo costume in punta di piedi nella Corte coerentemente con il suo stile che lo porta inizialmente ad ascoltare  ed imparare  molto prima di  concedersi alle sue tradizionali accelerazioni si è ritagliato progressivamente uno spazio operativo molto utile al Ducato nel settore della comunicazione dell’informazione giornalistica nella collaborazione attiva anche quale relatore  tecnico in manifestazioni  a vari livelli d’impegno  (Cucina senza confini Asparagus ecc.).
     Dopo VITI E VINI DEL FRIULI del 1977 il Ducato come è noto ha sempre prestato un occhio di riguardo  alla realizzazione di pubblicazioni su temi storici e d’attualità interessanti il comparto agrituristico ed enogastronomico rientrando negli scopi e principali finalità la valorizzazione dello stesso. 
     La ricerca di Claudio Fabbro porta un titolo simpatico quale è  IL VIGNETO FRIULI DALL’ARRIVO DEI ROMANI ALLA  “PARTENZA “ DEL TOCAI.      Piace questa presunta virgolettata “partenza”!
     Poiché  da sempre- insieme purtroppo a pochi altri- il Ducato è in prima linea nella difesa del vitigno  piu’ amato dai friulani.
     Ed è bene che se ne parli proprio in questo momento in cui molti troppi per motivi non sempre del tutto chiari vorrebbero gettare la spugna  in mezzo alla battaglia senza  avere ancora perso la guerra!

     Piace anche questa rivisitazione dei vitigni autoctoni che l’ Autore offre ad uso e consumo dei “ Nobili” già professionalmente impegnati ma anche di tanti giovani studenti e perché no anche del consumatore che tutti i giorni viene bombardato dai mezzi d’informazione sui  presunti pregi di vini “ globalizzati”  prodotti in Europa ma soprattutto in Paesi extracomunitari senza regole e discipline e con lo scopo- in parte purtroppo già raggiunto- di scardinare la base ampelografica storica della Piccola Patria.

PREFAZIONE
Claudio Fabbro

     Non so se essere diventato agronomo anzichè ingegnere enologo anziché geometra giornalista anziché lettore “Nobile del vino“ anziché astemio sia dipeso dal destino o dalle frequentazioni.
Col senno di poi penso da ambedue anche perché ripercorrendo alcuni momenti della mia vita personale e professionale penso che tutto sommato “stava scritto”. In principio fu nonno Pio da Povoletto.
Dopo la parentesi della prima guerra che gli impose dei lasciare l’Impero ex A.U. ed il “ Friuli austriaco” (sinistra Judrio) per rientrare in quello “ italiano” tornò ad essere il fedele “fattore” della Famiglia Cosolo proprietari terrieri in Fogliano Redipuglia e dintorni. Non c’era miglior regalo per me che saltare sul suo “Cucciolo” e girare le campagne in riva all’Isonzo parlare con i guardiacaccia (uno me lo ricordo bene era soprannominato “Badoglio”…) assistere ai lavori. Nel senso di intralciarli con l’alibi dell’innocenza.
     Nonno Pio aveva piantato Tocai e Malvasia intorno alla casa di Sagrado. La vendemmia era giorno di festa e la pigiatura trovava noi i quattro nipoti puntuali a passare ore nel tino (“spremitura soffice” la chiamerebbero ora..). Ogni tanto gli scappava qualche ritardo nei travasi tracce di acidità volatile e qualche incipiente ossidazione. Al che nonna Romilda (pure di Povoletto e fieramente zia di Adriano Degano espressione d’alta friulanità in quel di Roma e non solo) andava a nozze gelosa delle priorità del nonno che ponevano il datore di lavoro su un piedistallo e tutto il resto a seguire. La nonna era un’artista nell’allevare animali da cortile accudiva la stalla ed i maiali coltivava l’orto (interpretando gli umori lunari) e dirigeva il traffico famigliare di figli e nipoti del “patriarcato”.
     Papà Urbano nacque nel lontano 1913 nel cuore dell’azienda ora denominata Castelvecchio nel Carso sopra Sagrado. Su quella casa (dopo le 12 battaglie dell’Isonzo sparì..) sorse prima una cisterna ed ora la vigna di Cabernet tanto cara al mio amico enologo Gianni Bignucolo. Con papà (“Lambrettino 48“) venni iniziato alla viticoltura Isontina da Sagrado a Monfalcone.
     Io nacqui pure nel Carso in una casa modesta che solo la bravura di mamma Rita (nacque in Costabeorchia di Pinzano al Tagliamento anno 1921 fra quelle vigne di Ucelut Cianorie e Piculit neri che Emilio Bulfon seppe salvare dall’oblio..) rendeva dignitosa.. Come dire che la mia infanzia – fra Carso e colline dell’Alto Spilimberghese - ha assorbito inconsciamente il fascino delle cosiddette “viticolture eroiche” .
     Quando arrivarono le truppe italiane nel 1953 mandate dal Governo Pella a rintuzzare l’aggressività ricorrente del maresciallo Tito si meravigliarono che in casa non ci fossero né l’acqua corrente né il bagno.
     Il mio “secondo papà“ era il vicino di casa Gino Stabile operaio agricolo presso la Tenuta di Oliviero e Cornelio Trentin di Fogliano. Un uomo buono forte e generoso che letteralmente “sussurrava ai cavalli”. Infatti vi si allevavano stalloni e puledri per vari usi fra cui il più frequente il trasporto ghiaia dal greto dell’Isonzo ai cantieri edili. Anche lui un agricoltore a 360° che mi insegnò molto (mentre sua moglie Zaira-la mia “ seconda ed adorata mamma” - mi viziava)
     Al liceo arrivai per caso vedendomi già ingegnere. Poi insieme al compagno storico di banco Lucio Boschin capimmo d’aver toppato e – incuranti delle rappresaglie di famiglia che sarebbero venute – passammo senza indugio all’Istituto per geometri E.Fermi in Gorizia.
Un corpo insegnante splendido ed un’armonia fra i banchi eccezionale (che dura tuttora nelle periodiche rimpatriate..) con insegnanti di lettere d’alto livello (Manera Fortis amarcord.. ..era forse il giornalismo primordiale che covava sotto la cenere ?) e per le discipline agrarie il prof. Guido Bonu sardo d’origine e triestino d’adozione. Il suo carisma (o il destino di cui dicevo prima…) portò gran parte della classe ad iscriversi all’Università Facoltà d’agraria di Padova o come nel caso mio e del mio nuovo ottimo compagno di banco Giuseppe ( Uccio) Pappalardo di Monfalcone a Bologna.
Allora i prof. Bruno Marangoni e Cesare Intrieri iniziavano una carriera che li avrebbe portati in alto.
Ma a chimica pendevamo dalle labbra del prof. Umberto Pallotta e le basi dell’enologia ci arrivavano da Aureliano Amati. Per non parlare poi dei prof. Grandi Maria Matilde Principi Giorgio Celli luminari di un altro pianeta.
Fu così che Cesare Intrieri (che ora ritrovo ben volentieri con Amati nell’esclusiva Accademia Italiana della Vite e del Vino) mi propose correva l’anno 1971 una tesi di laurea sulla viticoltura friulana. Collio Isonzo e Carso in particolare.
     Con il panettiere del mio paese Pino Corsi maestro generoso “ fai da te” di fotografia iniziai a documentare (ora lavoro da me al computer con digitale foto e proiezioni comprese). Prese corpo allora il mio archivio da cui ho attinto molto per questo ed altri lavori di ricerca. Ma anche per dare una mano nella “battaglia del Tocai” ad una splendida figura di uomo e dirigente pubblico con il quale ho avuto la fortuna di lavorare a lungo ed in eccezionale armonia e consolidata amicizia: Enzo Bevilacqua. Un archivio che ho aperto a tanti giovani (nelle foto ma soprattutto nei documenti storici e tecnici) diplomandi o laureandi allievi di ieri e colleghi meravigliosi di oggi.
Fra cui – per la gioia di papà Livio- Maurizio Felluga nei primi anni ’70 e trent’anni dopo suo fratello Filippo!
Il mio primo preside (da supplente in quel di Cividale.) fu il prof. Angelo Albini. Un gran bel ricordo.
I primi presidenti il conte Douglas Attems (Collio) e l’ing. Sergio Cosolo (Isonzo) mi tennero a balia e mi fecero conoscere un mondo nuovo ricco di entusiasmo e motivazioni.
     Una realtà di circa 500 aziende che stavano crescendo in quegli anni. Mi adottarono; mi insegnarono (liberandomi dai freni inibitori dopo qualche buon bicchiere nei ricorrenti “likof” “) a tradurre il mio “bisiaco” anche in lingua friulana! Il mondo degli enologi Piero Pittaro in testa mi accolse a braccia aperte anche se in quanto agronomo parzialmente “impuro”. Ho avuto ( ed ho..) modo di ricambiare…. Ma molto devo a vignaioli a tecnici a colleghi del “privato” e del “pubblico” che mi è impossibile elencare compiutamente; di molti leggeremo nelle pagine che seguono. Il mio primo direttore regionale all’agricoltura fu il compianto Giuseppe Pascolini. Un duro simpaticamente burbero dal cuore d’oro. Mi affinò nell’arte quotidiana della sopravvivenza tecnica permettendomi di fare quanto a me più consono in un ambiente dove maggiormente richiesta era la preparazione giuridico/amministrativa/legale. Non gli sarò mai abbastanza grato per avere Egli sopportato tante mie accelerazioni aiutandomi a crescere a parlare in pubblico a gestire incontri di gruppo. Ora si dice “comunicare” .
     Il mio primo assessore fu Emilio Del Gobbo un politico di razza (ma non mi ha mai chiesto in trent’anni se e da che parte mai mi fossi schierato…..) ma soprattutto un Uomo. Un grande Uomo. Ci siamo osservati a distanza negli anni a venire consolidando la nostra amicizia fino a ritrovarci di nuovo insieme (dal 19 giugno 2004 corsi e ricorsi storici) nella Corte ducale. Ecco allora che come nel 1977 Ottavio Valerio ed Isi Benini (ma non posso dimenticare l’aiuto allora avuto anche da Aldo Bader e Michele Formentini) mi “premiarono” pubblicando il mio “ Viti e vini del Friuli”  con il Duca Emilio 1° ho rivisitato la vitivinicoltura friulana nei secoli per dar vita a questo lavoro. Più che una ricerca storica lo definirei un assemblaggio di documenti testi memorie parti di giornale riviste frutto di anni di raccolta paziente che d’incanto ha trasformato in virtù quella che è la mia “ disgrazia” : il “disordine organizzato”. Nel senso che per il patologico vizio di non buttare via (né smarrire ) alcunché ho nel tempo colonizzato cantine e soffitte il soggiorno e lo studio talvolta gettando nello sconforto Beniamina che – per contro- è caratterizzata da senso teutonico dell’ordine.
     Posso dire che avere riunito in questo volumetto un impero cartaceo esuberante alquanto è stato quasi un atto liberatorio di bonifica ambientale. Utile alla mia sopravvivenza famigliare ma quel che più spero anche a tanti giovani ed appassionati di viticoltura ed enologia che potranno e sapranno cogliere da queste righe quanto di loro interesse. E’ anche per questo che confido nella comprensione del lettore che –almeno spero- saprà perdonarmi ripetizioni sovrapposizioni divagazioni interpretazioni personali e probabilmente superficiali di un protocollo storico la cui osservanza mi è difficile proprio in quanto modesto agronomo temporaneamente ed occasionalmente prestato al giornalismo hobbystico.
     Quanto citato in modo schematico o eccessivamente riassuntivo potrà essere completato con la lettura più completa della documentazione che conservo. Le fotografie e le riproduzioni (salvo diversa indicazione) sono mie o del mio archivio personale; pertanto di natura amatoriale e non professionale. Le riproduzioni di grappoli (compresa quella in copertina) sono tratte dal prezioso originale di Guido Poggi del 1939 “Atlante ampelografico” che custodisco gelosamente.

Destino o frequentazioni ?
Come dicevo in esordio di tutto un po’. Diciamo che sotto il profilo umano e professionale mi è andata bene ; sotto ogni punto di vista. Non so quanto abbia messo di mio per potermi muovere nel “ Vigneto Friuli” (ed in quello italiano ed europeo con qualche tocco e fuga anche in America e Nuova Zelanda) a tali elevati ed invidiabili livelli e quanto invece mi sia stato donato. Possiamo risolvere l’arcano con il solito adagio “aiutati che Dio t’aiuta“?.


 

L'autore: Claudio Fabbro

     Isontino di origini friulane Claudio Fabbro si é laureato in Scienze Agrarie nel 1972 all'Università di Bologna discutendo con il prof. Cesare Intrieri la tesi "La vitivinicoltura nel Friuli Venezia Giulia Indagine sui Consorzi di tutela della denominazione di origine "Collio" e "Isonzo". Nello stesso anno ha conseguito l'abilitazione alla professione di agronomo. In seguito ha saputo conciliare l'incarico di i nsegnante presso l'istituto Tecnico Agrario Statale "Paolino d'Aquileia"di Cividale del Friuli –assolvendo al contempo il servizio militare negli Alpini S.M.A.L.P. Aosta e successivamente a Chiusaforte( “ JULIA”- 8° Reg.-BTG Cividale) - con un incarico di consulenza tecnica presso i Consorzi DOC COLLIO e ISONZO ed il tirocinio pratico presso varie aziende agricole regionali partecipando a diversi corsi e seminari di viticoltura ed enologia anche a livello universitario.
     Nel 1974 é stato chiamato alla direzione dei Consorzi di tutela stessi contribuendo in cinque anni d’appassionato lavoro alla crescita tecnica e socio/economica di questi organismi associativi e delle oltre 500 aziende aderenti.
     Il 16 novembre 1974 è stato intronizzato “ NOBILE” del DUCATO DEI VINI FRIULANI che nel 1977 ha pubblicato la sua tesi di laurea con il titolo “ VITI E VINI DEL FRIULI “ presentata da Isi Benini a Villa Manin nell’ambito della DIETA DI PRIMAVERA di giugno di quell’anno.
Dal 19 giugno 2004 fa parte della Corte ducale.
     Il Ministero per le Politiche Agricole con proprio provvedimento dell’ 11 maggio 1998 gli ha riconosciuto il titolo d’ enologo.
     Consigliere dal 1990 al 1999 (ed attualmente delegato ai rapporti con i mezzi di informazione) del Comitato di Sezione dell'Associazione Enologi ed Enotecnici del Friuli Venezia Giulia é componente delle Commissioni di degustazione dei V.Q.P.R.D. presso la Camera di Commercio di Gorizia nonché delle Commissioni delle Guide Vini DOC e IGT delle Camere di Commercio della Regione.
     Autore di libri e pubblicazioni é iscritto dal 1972 all'Associazione e all'Ordine dei dottori agronomi e forestali della Provincia di Gorizia nonché- dall’ 8 maggio 1991- all'Ordine regionale dei giornalisti pubblicisti ed all’ARGA (Associazione regionale giornalisti agricoli) ; collabora con periodici e riviste specializzate regionali e nazionali di rilevanza nel comparto agricolo e vitivinicolo nonchè a programmi radiofonici e televisivi. E’ iscritto all’Associazione Enologi-Enotecnici Italiani ed all’ Organizzazione Nazionale Assaggiatori Vino ( ONAV). E’ “socio onorario” del Club enologico isontino di Monfalcone del G.E.T. (Gruppo enogastronomico triestino) e del Gruppo “Chei dal Tayut” di Cormòns.
E’ associato a Slow Food e sostenitore del Comitato difesa osteria friulane.
     Nel 1979 – vincitore di concorso pubblico - é passato alla Direzione Regionale dell'Agricoltura in Udine e quale consigliere agronomo ha gestito le problematiche tecnico amministrative interessanti le Associazioni dei Produttori e dei Viticoltori singoli ed associati curando sia in sede comunitaria che ministeriale ed interregionale l'applicazione dei regolamenti leggi e provvedimenti in materia.
     Assegnato nel 1992 all'Osservatorio per le Malattie delle Piante di Gorizia (l’Ufficio venne istituito -con decreto 31.5.1947- dall’allora Ministro dell’agricoltura Antonio Segni) quale Ispettore fitosanitario ha completato la propria esperienza prevalentemente vitivinicola approfondendo i vari aspetti della certificazione della diagnostica e delle strategie di difesa integrata anche sulle altre coltivazioni.
     Nel 1998 è stato nominato direttore sostituto dell'Osservatorio medesimo (dipendente dalla Direzione Regionale dell'Agricoltura). Nel 2002 ha superato gli esami per dirigente regionale.
     Nel 2003 gli è stato conferito l’incarico di dirigente di staff di “ricerca e studio ” della Direzione centrale risorse agricole naturali forestali e della montagna nonché di coordinatore del GRUPPO di LAVORO COMUNICAZIONE ISTITUZIONALE -costituito presso la Direzione stessa –e della Redazione NEWSLETTER. (newsletter.agrifor@regione.fvg.it).
     Nel 2004 è stato incaricato quale Ispettore fitosanitario di operare nell’ambito della UNITA’ OPERATIVA per i CONTROLLI FITOSANITARI del SERVIZIO FITOSANITARIO REGIONALE.
     A decorrere dal 1 aprile 2004. la Giunta regionale lo ha nominato Commissario straordinario dell’ ERSA (Agenzia sviluppo rurale).
     Il 5 luglio 2004 a seguito della nomina del direttore generale dell’ ERSA ha riassunto l’incarico di dirigente di staff di “ricerca e studio ” della Direzione centrale risorse agricole naturali forestali e della montagna in Udine nonché di Ispettore fitosanitario in seno alla succitata unità operativa.
    Il 7 giugno 2004 l’Assessore Regionale alle Risorse Agricole Naturali Forestali e della Montagna Enzo MARSILIO lo ha designato quale rappresentante dell’Amministrazione regionale in seno al COMITATO GUIDA AI VINI FRIULI VENEZIA GIULIA .
     Dal 03.01.2005 a seguito risoluzione consensuale rapporto di lavoro con l’Amministrazione regionale è impegnato prioritariamente -quale consulente agronomo . enologo e giornalista - nel settore della divulgazione agricola e della comunicazione.
     Nello stesso anno su designazione dell’Assessore Marsilio gli è stato conferito il prestigioso riconoscimento nazionale “ CANGRANDE 2005 “ quale benemerito della vitivinicoltura del Friuli Venezia Giulia ( 39° Vinitaly Verona 7.4.2005).
     Sempre nel 2005 è stato chiamato a far parte dell’ ACCADEMIA ITALIANA della VITE e del VINO ( 39° Vinitaly Verona 9.4.2005)



ATTIVITA' GIORNALISTICA
Iscritto all'Ordine regionale Friuli Venezia Giulia Albo dei giornalisti Elenco pubblicisti dall' 8 maggio 1991. Iscritto all’A.R.G.A. (Associazione regionale giornalisti agricoli) dal 27 agosto 1998. Iscritto all’I.N.P.G.I. ( Istituto nazionale previdenza giornalisti italiani) dal 2004. Collabora con le seguenti
riviste e periodici del settore vitivinicolo agricolo ed enogastronomico
IL CORRIERE VINICOLO (Milano); L’INFORMATORE AGRARIO (Verona); CIVILTA' DEL BERE (Milano); VIN & ALIA ( Milano); L'ENOLOGO (Milano); VIGNEVINI ( Bologna); SAPORI D'ITALIA (Treviso); TASTE VIN (Treviso); PHYTOMAGAZINE ( rivista on-line) (Rivoli -Verona); L’ASSAGGIATORE (Asti) FUOCOLENTO (Pavia di Udine) WWW:FRIULIDOC.COM (Udine) COLLIO NEWS (Cormòns) V Q -VINO e QUALITA’(Rivoli-Verona) FOCUSWINE (Rivista on line) (Milano) .
Ed inoltre collabora con la Redazione della sede RAI REGIONE F.V.G. (Udine) Programma radiofonico domenicale per gli agricoltori " VITA NEI CAMPI e per le problematiche agricole con il sito web: www.natisone.it (vini & vigneti).
E'addetto stampa e p.r. dell'Associazione regionale enologi enotecnici .

Libri e pubblicazioni:
VITI E VINI DEL FRIULI (ed. Ducato Vini friulani Gorizia 1977);
ALLE RADICI DEL VIGNETO FRIULI ( Ed. Associazione Città del vino Siena 1998);
ENOVAGANDO (Ed. DiGi Press Gorizia 2000 Coautori : Franco I.. Filiputti W. Bonetti M..) ;
VINI DOC E IGT NELLE PROVINCIE DEL FRIULI VENEZIA GIULIA Anni 1998 e 1999 (Ufficio Studi e Statistica della Camera di commercio di Gorizia 2000 Coautori: Bassi M.C. e Nadaia L.)
IL RAMANDOLO SUI COLLI ORIENTALI DEL FRIULI (Consorzio Tutela Ramandolo & Edizioni Archivio Tommasoli –Verona 2001- Coautori : Longo G. Pittaro P. Salvador O. Ursini F.- immagini Tommasoli A. e S.)
DUCATO DEI VINI FRIULANI Trent’anni di storia (Ducato dei Vini Friulani-Udine 2002 -Coautori: Fortuna P. Burelli O. Bertossi S. Molinari Pradelli A. Peloi B. )
SPOSARE L’ACQUA AL SOLE la bonifica per lo sviluppo economico e sociale del territorio ( Atti dell’ VIII Congresso Associazione Culturale Bisiaca Sagrado 19-20 ottobre 2002; Coautori: Duca R. Cosma R. Sganghero E. Santeusanio I.)
FIUMICELLO E LE PESCHE aspetti nutrizionali storia e tossicologia dei fitosanitari (Atti Comune di Fiumicello e Istituto Farmacologia e Tossicologia Clinica Università degli Studi di Udine 28 ottobre 2003; coautori: Furlanut M. Lucas C. Baraldo M. )
ENOVAGANDO (ed. DiGi Web Gorizia 2004 –2^ edizione)

Ed inoltre ha collaborato a:
I GRANDI VINI DEL VENETO E FRIULI VENEZIA GIULIA (Ed.Idealibri Venezia 2000: collaborazione con l'Autore Filiputti W. per servizi fotografici impostazione testi e schede varie Aziende Friuli V.G.)
IL VINO ROMANO TRA SACRO E PROFANO (Prefazione introduzione presentazione Atti CONVEGNO INTERNAZIONALE 22.12.2003 in BOLLETTINO del GRUPPO ARCHEOLOGICO AQUILEIESE – Anno XIII-Numero 12-Dicembre 2003)
FAMIGLIA BLANCH-CENTO ANNI di TRATTORIA 1904-2004 (Prefazione introduzione presentazione pubblicazione a cura di Paolo IANCIS e Valentina VIDOZ Mossa 23.11.2004 )
FRIULI. TERRE UOMINI VINO (Prefazione introduzione presentazione e collaborazione con l’Autore Andrea ZANFI e CARLO CAMBI EDITORE - Poggibonsi-Siena- dicembre 2004)
Cura personalmente i servizi fotografici (diapositiva colori b/n e digitale; archivio attivato nel 1970) e la presentazione avvalendosi di mezzi informatici.