eventi

NINO FIORELLI 87 CANDELINE E TANTI RICORDI
Il Maestro del goulasch ungherese si racconta

     Festa grande l'altra sera all'azienda agricola di DORCE SIRK in Piedimonte in onore di NINO FIORELLI e del suo prestigioso traguardo con ben 87 candeline spente d'un fiato grazie al fisico d'un ventenne. Nacque infatti in Caporetto (allora il cognome poi "italianizzato" era WILFACH ) il 7 novembre 1917 in anno e luogo di cui la storia s'occuperà parecchio negli anni a venire per i noti eventi bellici.
Ed insieme alla sua amata MILKA i cognati DORCE ed HEMA ai nipoti ed i tanti amici che conta nel Goriziano NINO ha voluto ripercorrere con toni commossi (davanti alla sua specialità cioè il GOULASCH (in ungherese GOLAS) paprikato alquanto..) le varie tappe che lo hanno portato dopo una vita vissuta sempre in prima linea ad affrontare la terza età in invidiabile stato di salute e serenità che sono in fondo la sua ricetta del suo benessere fisico e spirituale.

     Degna di essere riassunta l'avventurosa esperienza giovanile di NINO.
    
Basti pensare che -per quelle scelte strane un po’ volute un po' subite che il destino impone di fare in pochi attimi- venne intruppato dai tedeschi dopo l' infausto 8 settembre 1943 nella WERMACHT spedito a Stettino per fare l'ennesimo C.A.R. (un durissimo centro addestramento reclute anche se lui di anni di guerra ne aveva già svariati alle spalle..) e gettato nella mischia ungherese di BUDAPEST in contemporanea all'invasione delle avanguardie siberiane che aprivano alla Russia la via per Berlino!
     Il rapporto di forze era soverchiante e l'esito scontato. Il nostro personaggio superò miracolosamente il devastante impatto e quando l'aggressività del "nemico" si placò seppe far ricorso a tutto il suo sopraffino mestiere di meccanico specializzato.
     Deposto il MAUSER levò dal taschino il suo inseparabile cacciavite con cui -quasi fosse un chirurgo d'alta precisione- divenne un GURU delle OFFICINE dove cingolati e tanks logorati dalle battaglie segnavano il passo.
     Diagnostico dei guai del motore come pochi e senza concorrenti nel resuscitare i possenti ma moribondi mezzi militari NINO divenne un maestro rispettato al punto che quando qualche tempo dopo venne liberato dalla prigionia russi e ungheresi lo abbracciarono e salutarono con le lacrime agli occhi.
E negli anni a venire ritornò sempre a Budapest e dintorni da amico e protagonista nell'ambito di un rapporto unico e bellissimo -spesso complici GOLAS & TOKAJI- tuttora in essere.
     Un antesignano dunque di un pensiero nuovo -cioè dialogo e comprensione- che la caduta dei muri conferma essere l'unico in grado di affratellare qui popoli buoni che per anni il destino aveva logorato con contrapposte ideologie.

CF/go/26.12.2004