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FEDERDOC

«Questa regione è stufa di piccole beghe che non portano da nessuna parte. Oggi altri settori economici e politici ne sono colpiti. Noi viticoltori dobbiamo invece dimostrare la nostra compattezza».

PierGiovanni Pistoni proclama l'unità della propria categoria all'interno della neonata Federazione dei nove Consorzi di tutela dei vini del Friuli Venezia Giulia che rappresentano il 75\% della produzione Doc regionale. Lo fa davanti a una platea affollata alla Camera di Commercio udinese presentando il nuovo manifesto del settore dopo quello del '94 che detta il percorso da fare nei prossimi anni per mettere al riparo la vitivinicoltura friulana dalle crisi internazionali che già in qualche regione d'Europa si stanno avvertendo.

«Siamo una Federazione aperta - ha spiegato il presidente - vogliamo diventare il contenitore di tutte le professionalità e capacità del settore per questo sollecitiamo l'associazione di tutti gli enti privati che si occupano di vitivinicoltura. Il momento per la nostra regione è positivo ma non possiamo sederci e rischiare di farci trovare impreparati a una crisi mondiale che è già in atto e per difenderci da casi come quello ieri del Tocai e oggi del Collio».

Pistoni ha così snocciolato i nodi al pettine del settore individuati dalla Federazione nel proprio manifesto programmatico. All'amministrazione regionale si chiede in particolare una riforma organizzativa essendoci attualmente troppi enti che si occupano di vino. È urgente poi dare piena funzionalità alla nuova Ersa con una forte rappresentanza del mondo vitivinicolo nel suo Cda. Altri temi più tecnici da affrontare sono quello di un piano urbanistico omogeneo per le zone collinari un potenziamento dell'attività di ricerca e sperimentazione di Ersa in collaborazione con l'Università e una organizzazione per i controlli sulla produzione. Ma la battaglia sul mercato internazionale si gioca sul campo del marketing.

«Chiediamo alla Regione - ha dichiarato Pistoni - le risorse per una politica di marketing che promuova il marchio unico del "Vigneto chiamato Friuli". Potrà essere la stessa Federazione a occuparsi poi del coordinare la promozione».

Il vigneto rappresentato dal neonato coordinamento è composto da 2.250 produttori con 200 milioni di euro di produzione lorda vendibile e 18mila addetti a tempo pieno senza contare l'indotto e gli stagionali.

(da IL GAZZETTINO 24.1.03)