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GAETANO PERUSINI
SIGNORE DI "ROCCA BERNARDA"

A sinistra: Andrew Bertie Mario Fregoni Claudio Fabbro Novella Cantarutti e Gian Carlo Gri. A destra mons. Pietro Brollo On. Alessandra Guerra il Sindaco di Premariacco Paolo Cecchini ed il Direttore di Rocca Bernarda dott. Mario Zuliani

"E' con immensa gioia che porgo il mio più cordiale saluto di Benvenuto qui alla "Rocca Bernarda" a Vostra Altezza ed a tutti i Presenti.

E' un giorno che ritengo memorabile; il Principe e Gran Maestro del Sovrano Militare Ordine di Malta per la prima volta da quando questa azienda è stata lasciata in eredità all'Ordine ci onora della Sua presenza".

Così ha esordito il dott. SANDRO PISTUCCHIA direttore generale delle aziende agrarie dell'Ordine aprendo la giornata di studio dedicata a Gaetano Perusini in Rocca Bernarda.

"E l'occasione -ha proseguito PISTUCCHIA- non poteva essere più propizia inaugurare questa storica dimora che torna a rivivere ed a rappresentare in tutta la sua bellezza l'immagine rinnovata dell'azienda agricola che la circonda ed altra e più importante ragione per ricordare la figura del compianto Prof. Gaetano Perusini a 25 anni dalla sua scomparsa avvenuta il 12 giugno 1997 che con un testamento olografo volle lasciare in eredità all'Ordine questa bella proprietà in terra Friulana.

Già 25 anni tanto è passato lo stesso tempo che lega la mia persona al rapporto di lavoro con il Sovrano Ordine di Malta che l'allora Ricevitore del Comun Tesoro Conte Giancarlo di Maniago Nobile Friulano mi chiamò per coadiuvare nell'amministrazione il Direttore delle Aziende Agricole del tempo proprio perchè era pervenuta questa azienda per incrementare il già cospicuo patrimonio terriero di proprietà dell'Ordine in Italia.

Mi si perdoni questo piccolo inciso ma era solo per ricordare quanto il mio destino di amministratore sia stato in qualche modo condizionato da questo avvenimento.

Ma permettetemi ora di parlare brevemente della "Rocca Bernarda".

Questa Azienda situata in zona ad alta vocazione viticola che vanta una antica tradizione nel settore in passato ha rappresentato il "Faro enologico del Friuli" grazie soprattutto alla lungimiranza alle sottili intuizioni ed alla passione per il settore viticolo-enologico della Famiglia Perusini.

Fu infatti Giacomo Perusini che nei primi anni '900 inizio l'opera di bonifica e reimpianto dei vigneti opera proseguita dal figlio Gaetano che restituì ad una razionale coltura della vite i "ronchi" che circondano la Rocca. Entrambi in tempi diversi sperimentarono tecniche di coltivazione e di vinificazione tendenti alla produzione di vini particolarmente pregiati valorizzando mediante una accurata opera di selezione clonale vitigni autoctoni quali il "Picolit" vino di raro pregio che ha da sempre rappresentato l'emblema e la bandiera della "Rocca Bernarda". Ma ponendo lo sguardo a tempi più recenti dopo un periodo che oserei definire "buio" che ha caratterizzato la vita gestionale e produttiva dell'azienda e che ha avuto come conseguenza un decadimento dell'immagine stessa l'Ordine superate le cause che in qualche modo le avevano determinate ha dimostrato di tornare a credere alle potenzialità produttive della "Rocca Bernarda" per cui è iniziato un cammino lento ma costante che ha portato a scelte che si sono concretizzate nel rivisitare il comparto viticolo provvedendo alla bonifica di terreni ed all'impianto di nuovi vigneti nelle aree più vocate; a valorizzare produzioni autoctone a creare nuovi vini ad ammodernare le attrezzature e le strutture per la vinificazione delle uve e l'invecchiamento dei vini con l'obiettivo di raggiungere standard qualitativi di livello sempre più elevato.

Lavorando con passione ed entusiasmo sotto la guida lungimirante del "Ricevitore del Comun Tesoro dell'Ordine" con la collaborazione di tutti Amministratore dell'Azienda Enologo Docenti Universitari che hanno portato le loro competenze tecnico-scientifiche e professionali in questi ultimi anni sono stati compiuti notevoli progressi tanto che si è tornati a parlare della "Rocca Bernarda" come di una realtà produttiva viva e vitale che ha conquistato la posizione di prestigio che le spettava all'interno del settore vinicolo nazionale. Ed in questo programma di rivisitazione e di ammodernamento voluto dall'Ordine non poteva non essere compresa la "Rocca Bernarda" o come spesso si dice il "Castello di Rocca Bernarda". Questo gioiello dell'architettura la cui costruzione risale al 1567 e che da sempre ha rappresentato l'immagine dell'azienda era rimasto praticamente inutilizzato dalla morte del suo donatore ed oggi grazie ad una accurata opera di restauro durata due anni torna alla sua primitiva bellezza.

L'avervi trasferito gli uffici amministrativi individuato aree per l'esposizione degustazione e vendita dei prodotti sale destinate alla ricezione ed infine nei sotterranei l'aver recuperato alla loro primitiva bellezza architettonica le antiche cantine per l'invecchiamento dei vini ci è sembrato il modo migliore per far rivivere questo splendido maniero in rapporto alla attività produttiva dell'azienda agricola che lo circonda. Ma non basta l'auspicio è che la "Rocca Bernarda" torni ad essere luogo di incontro dove all'occorrenza potranno essere organizzate manifestazioni e convegni di carattere tecnico-scientifico che interessano il settore vitivinicolo. Ciò allo scopo di utilizzare al meglio –ha concluso PISTUCCHIA- questo "contenitore culturale" e far riconsiderare questo castello come un bene patrimoniale del Friuli Venezia Giulia di di tutti i friulani".

PISTUCCHIA ha voluto anche ricordar l'importante ruolo dei tecnici -in primo luogo il dott. Mario ZULIANI attuale direttore dell'Azienda agraria- e dei collaboratori tutti.

Di seguito sono intervenuti Alessandra GUERRA vice presidente della Giunta regionale il Sindaco di Premariacco Paolo CECCHINI ed il rappresentante dell' Ordine dr. FRANGIPANE.

Le conclusioni dei lavori sono state tratte dal Principe e Gran Maestro del S.M.O.M S.A.E. FRA' ANDREW BERTIE

Al prof. Gian Carlo GRI antropologo ed assistente di Gaetano Perugini docente universitario ed a Novella Cantarutti Scrittrice è stato affidato il non facile compito di rivisitare l'opera del PERUSINI sotto il profilo della cultura dell'impegno professionale nel mondo universitario e nella sua ricca produzione e ricerca letteraria storica.

Secondo Novella CANTARUTTI "Era quella di Gaetano Perusini (1910-1977) una figura complessa ma il discorso intorno a lui si compone quando si delinea fedelmente la sua vita contraddistinta da un rapporto multiforme con la terra non solo con "Rocca Bernarda" ma con il Friuli non la Rocca come proprietà materiale ma come dimora rispondente al modo d'essere di cui la abitava e terra da rendere prospera al meglio. Così il Friuli a cui dedicò una vita di studi non era una sorta di di astrazione da esaltare e di cui vantare pregi ma era patria terra di padri consistente in passato in un patrimonio di memorie e di un presente in cui operare costruttivamente ma anche da dedicare alla conoscenza della gente attraverso la vita nello spettro largo della storia delle tradizioni delle costumanze. Intitolò: "Vita di popolo in Friuli" un suo libro del 1962 e non a caso perchè tutti i suoi studi o quasi sono dedicati a illustrare terra e popolo a partire dalle indagini sul costume friulano attraverso reperti e documenti che ne definiscono le peculiarità distinte da zona a zona della regione. Furono per il metodo e la precisione studi d'avanguardia in Italia come furono singolari i criteri secondo il quale impostò la raccolta e lo studio dei gioielli che costituiscono la sua importante Collezione di ori e gioielli tradizionali. Gli studi l'insegnamento universitario di Storia delle Tradizioni popolari presso l'Università di Trieste non lo distolsero dalla cura della sua terra. Esperto in agraria (la materia in cui si era laureato a Bologna nel 1934) riuscì a recuperare portandolo a resa il "Picolit" il vitigno più nobile del Friuli. Egli resta nella quiete di "Rocca Bernada" come ultimo signore di una dimora antica aperta agli amici fin dal suo nascere (secolo XXVI opera di Jacopo e Bernardo di Valvason-Maniago".

Gaetano PERUSINI Vignaiolo enologo ampelografo in un impegno dedicato per una vita intera in particolare al suo vitigno più amato -e cioè il PICOLIT- è stato al centro della prolusione del prof. Mario Fregoni - Ordinario di Viticoltura all'Università Cattolica Sacro Cuore di Piacenza

Secondo FREGONI
"Gaetano Perusini era riuscito attraverso la produzione di "Rocca Bernarda" a riportare alla luce il "Picolit" ed a farne la bandiera del Friuli raccogliendo le esperienze del padre Giacomo e di altri ilustri studiosi. Le prime citazioni della varietà partono probabilmente da "Plinio" (23-76 d.C.). La lingua latina per molto tempo non consentì l'uso del nome friulano "Picolit" che compare per la prima volta in uno scritto di Biasutti del 1682 seguito da numerosi Autori.

Il Perusini si occupò anche dei sinonimi e dell'origine geografica del "Picolit" ma ripudia l'ipotesi del Delechamps (1513-1588) che porpendeva per un'origine africana; dal Marocco sarebbe giunto a Montpellier dove divenne "Piquepoulle" da cui derivò il nome "Picolit".

In questa occasione lo scrivente presenta un'ipotesi tratta da "Plinio" (N.H.) secondo la quale il nome "Picolit" deriverebbe da "Pucina" ("Minuscula" o "Minusculum") o "Pucina"; pertanto il famoso cru romano "Pucino" ("Pucinum" di Plinio) coinciderebbe con il vino di "Picolit" rientrante perfettamente nei gusti romani. Il Perusini continuò l'opera di selezione clonale del Conte Pietro di Maniago (1823) che aveva distinto quattro cloni e di suo padre Giacomo Chi scrive" da un quinquennio continua la selezione clonale nei vigneti di "Rocca Bernarda".


 Mario Zuliani e Sandro Pistucchia 

Gaetano Perusini affronta il problema della scarsa allegagione del "Picolit" attribuendola principalmente alle sfavorevoli condizioni atmosferiche durante la fioritura. Egli sosteneva altresì la necessità di ricerche di carettere patologica ed in effetti attualmente si pensa che i virus abbiano una responsabilità rilevante nel determinismo dei fenomeni di ridotta fecondazione del "Picolit". Tuttavia era sfuggito il carattere genetico del fiore femminile comune ad altri vitigni. Da alcuni anni lo scrivente conduce a"Rocca Bernarda" ricerche sull'impollinazione artificiale manuale (liquida) e meccanica (aspersioni sui fiori di polveri arricchite con polline di "Verduzzo friulano" o di "Cabernet Sauvignon"). Si è tentato altresì l'impianto di portinnesti maschili ai bordi dei vigneti di "Picolit". Risultati interessanti ha fornito la somministrazione di gibberellina sugli acinelli di "Picolit". Le indagini di "Rocca Bernarda" hanno interessato la vendemmia e l'appassimento su graticci in fruttaio. Nell'insieme le ricerche hanno portato a diversi riconoscimenti editoriali e vari premi della stampa specializzata che vanno ad aggiungersi ai diplomi ricevuti dal Perusini.

Nei programmi di "Rocca Bernarda" vi è anche un simposio scientifico che ha lo scopo di rilanciare il vino di"Picolit" accanto ai vini similari stranieri quali il "Tokay" (Ungheria) il "Sauterne" (Francia) gli Ice Weins (Germania Austria) il "Malaga" (Spagna) ecc.

IL CASTELLO di "ROCCA BERNARDA"

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"Nessuna dimora signorile del Friuli gode di una posizione così bella come la "Rocca Bernarda" inserita in un paesaggio da modello italiano con cipressi secolari vigneti ameni e una vista meravigliosa nel vasto panorama.

In questa cornice ideale –scrive Cristoph Ulmer in "Rocca Bernarda" volumetto curato per conto dell'Azienda agraria nel 2000- i Conti Valvason Maniago erigevano nel XVI secolo una residenza di alto valore architettonico. Nonostante il complesso venga spesso denominato castello si tratta in realtà di una villa anzi di un modello di villa ideale una residenza familiare raffinata pur nella semplicità della casa di campagna aperta verso la natura. Sebbene l'aspetto esterno sia riconducibile ad una costruzione fortificata poichè costituita da quattro ali con torri cilindriche angolari segnate da feritoie che esprimono quasi un carattere militare difensivo che di fatto il complesso non ha mai avuto la "Rocca Bernarda" nasce in realtà come residenza di campagna inserita in una posizione paesaggistica esclusiva.

La "Rocca Bernarda" non è sorta sui resti di un vecchio castello friulano poichè non vi sono tracce di feudi o di domini politici nella zona dove è andata ad insediarsi. Nasce piuttosto nel 1567 come architettura esclusivamente privata. La costruzione peraltro esprimeva un certo potere signorile che era fonte di irritazione per la città di Cividale. La stessa Repubblica di Venezia all'epoca ostacolò la costruzione del "Castello alle porte della città di Cividale" ma i Conti Valvason Maniago non ebbero difficoltà alcuna a dimostrare che essa nasceva senza alcuno scopo militare. I muri di uno spessore tipico per le ville dell'epoca comunque mai superiori a settanta centimetri non avrebbero potuto infatti resistere ad un seppur debole assedio considerato che già nel tardo Medioevo un importante muro di castello doveva avere almeno tre metri di larghezza. Le torri della "Rocca Bernarda" assumono la valenza di decoro signorile come le feritoie non rivelano alcuna posizione strategica ma appaiono ben in vista al visitatore.

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 Lapide del 1559 che ricorda la costruzione delle cantine 

Il complesso peraltro poco sicuro perchè prossimo alla frontiera non ebbe mai la valenza di castello feudale ma piuttosto di villa friulana nata su committenza di un'aristocrazia feudale e si afferma come esempio di villa a quattro torri in terra friulana. Un viale molto suggestivo con ulivi secolari e rosai conduce attraverso un primo ingresso ad una corte signorile sopraelevata che appare al visitatore con grande sorpresa nelle sembianze non di un cortile buio e chiuso tipico di un castello ma di una piacevole terrazza con un piccolo giardino all'italiana definito da inquadrature di bosso e sul quale si affaccia una suggestiva "orangerie" dalle ampie vetrate. La corte definita solo su due lati da edifici abitati si apre su una bellissima vista del paesaggio che dalle colline si estende fino alla città di Udine. Un secondo ingresso introduce ad un livello sottostante la corte all'italiana con belvedere dove si trova dislocata la cantina un ampio locale con volte a vela riservato all'invecchiamento dei vini. Questo sorprendente ed articolato effetto d'insieme dimostra l'alto valore architettonico del complesso riconducibile ai più significativi esempi di manierismo dell'Italia Centrale e per il quale si è voluto far riferimento anche ad un'influenza raffaellesca.

La "Rocca Bernarda" che nasceva come residenza dei Conti Valvason Maniago passata nel tardo Settecento ai Marieschi poi agli Antonini ed infine ai Perusini fu lasciata –conclude ULMER- nel 1977 dal Conte Gaetano Perusini in eredità al "Sovrano Militare Ordine di Malta" che ne è l'attuale proprietario".

LA "ROCCA BERNARDA" LE VIGNE e i VINI

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"I vigneti collinari dell'azienda agricola "Rocca Bernarda" possiedono -è nel medesimo volumetto che così ne scrive Giulio COLOMBA- una antica vocazione alla produzione di vini di qualità. Sulle mure della "Rocca" edificata nel 1567 da Bernardo e Jacopo di Valvason-Maniago una lapide riporta la scritta "VINEIS AVITIS REST ET AUCTIS" a ricordare che le viti in quell'epoca erano già presenti.

Giacomo Perusini della famiglia allora proprietaria della Tenuta scrisse nel 1906 il trattatello "Il Piccolit" nel quale si dilungò sui differenti cloni le tecniche di coltivazione e di vinificazione. Questo vino che aveva conosciuto il suo momento più importante circa un secolo prima con il Conte Asquini di Fagagna ritrovava il suo posto nei vigneti e alla "Rocca Bernarda" si deve la sopravvivenza di questo delicato sopraffino prodotto dell'enologia friulana.

Per decenni la attenzione dei cultori della gastronomia furono attratti dal libro di Giuseppina Perusini Antonini "Mangiare e Bere Friulano" ancora oggi un classico che contiene interessanti pagine sui vini corredate da descrizioni organolettiche e parametri analitici oltre che di consigli sul modo e sulle temperature di servizio. Suo figlio Gaetano docente universitario dedicò grande impegno alla selezione clonale del "Picolit" nel tentativo di superare almeno in parte il fenomeno dell'aborto floreale "croce e delizia" della varietà. A Gaetano va anche riconosciuto il merito assieme alla madre di avere impostato una ampia gamma di pubbliche relazioni suscitando interesse vieppiù crescente per il vino friulano ancora quando - negli anni Cinquanta - in generale si seguiva l'obiettivo della produzione di quantità piuttosto che qualitativa. La famiglia Perusini ha dunque segnato profondamente la storia della enologia friulana precorrendo strade che oggi sembrano ovvie alla maggioranza delle aziende.

Certo è che la "Rocca Bernarda" si trova in una zona naturale dai caratteri irripetibili. La natura dei suoli è per metà marnosa mentre il resto è costituito in parti uguali da sabbia ed argille. I componenti organici e minerali testimoniano di terreni poveri di carbonio azoto fosforo e potassio ideali per la crescita della vite da vino di qualità. L'andamento dei declivi già tenue di per sé viene ulteriormente addolcito dalla folta vegetazione naturale saggiamente lasciata crescere attorno ai diversi vigneti. La varietà e la abbondanza di specie arboree costituiscono uno spettacolo indimenticabile in ogni momento dell'anno ma insuperabile in autunno quando i colori verdi di differente intensità si attenuano lasciandosi sostituire dai rossi e bruni di ogni tonalità possibile. Da nord arrivano i venti freschi che soprattutto in estate si mescolano alle brezze marine e accrescono la escursione termica giorno-notte favorendo la formazione dei profumi dei vini.

In questo ambiente è facile entusiasmarsi e viene naturale appassionarsi al lavoro sul vino. Con questo spirito lo staff tecnico della "Rocca Bernarda" affronta i problemi della moderna enologia mai dimentico della tradizione storica dell'azienda. I vigneti in produzione occupano circa quaranta ettari e gran parte delle viti ha più di venti anni. I nuovi impianti vengono realizzati con una densità attorno ai 5.500 ceppi per ettaro utilizzando materiale ottenuto da selezioni clonali e massali effettuate in azienda. Le nuove viti in tal modo sono già acclimatate al territorio e la qualità viene ottimizzata. Particolare attenzione ovviamente è riservata alla esposizione alla radiazione solare per cui le uve rosse e il "Picolit" trovano dimora sui versanti meridionali mentre le esposizioni a levante o a ponente sono assegnate alle varietà aromatiche.

Alla "Rocca Bernarda" sono coltivate 11 varietà e al "Picolit" l'uva simbolo dell'azienda sono riservati più ettari. Le concimazioni ed i trattamenti sono contenuti al minimo indispensabile in modo da conservare il massimo equilibrio vegetativo. Non si esita ad intervenire con potature per concentrare il succo nei pochi grappoli che ogni vite produce e si riserva attenzione anche al fogliame in modo da assicurare una sufficiente areazione degli acini evitando in tal modo la insorgenza di dannose patologie da parassiti. Tanta attenzione nella vigna si estende alla vendemmia effettuata manualmente e poi alla vinificazione. In cantina dopo la pressatura soffice delle uve si privilegiano metodi fisici piuttosto che chimici per tutte le operazioni sui mosti. I recipienti privilegiati sono le vasche in acciaio inossidabile che permettono il controllo della temperatura di fermentazione essenziale per conservare nel vino i profumi del vigneto. Alcuni vini selezionati -conclude COLOMBA- sono affinati in botticelle di rovere. A questo punto non c'è che da invitare all'assaggio dei vini della "Rocca Bernarda".