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INCONTRI ROTARIANI CON L'AUTORE

LA VITIVINICOLTURA DELL'ISONTINO NELLA MITTELEUROPA

Il ruolo socioeconomico dell'agricoltura e della vitivinicoltura isontina nell'ambito dell'Impero Austro ungarico dal 1866 alla prima guerra mondiale e l'evoluzione del patrimonio rurale dal primo conflitto ai tempi nostri sono stati al centro di un interessante incontro dibattito organizzato dal ROTARY CLUB di Monfalcone in occasione della visita dei colleghi dell'omologo Club di Graz.

Nella sala convegni dell'Hotel FURLAN di Ronchi il Presidente ALESSANDRO ROBINO ha presentato l'ospite della serata e cioè il dott. Claudio Fabbro agronomo e giornalista agricolo impegnato da anni nella ricerca storica intorno alla vicende che nei secoli hanno profondamente segnato l'evoluzione socioeconomica del nostro territorio.


 Claudio Fabbro

Fabbro ha ricordato nella sua prolusione il ruolo della Scuola austriaca di KLOSTERNEUBURG (Vienna) – diretta dall'insigne scienziato prof. BABO- nella sperimentazione vitivinicola e nel trasferimento di tante conoscenze in quello che venne definito il FRIULI AUSTRIACO . Il riferimento viennese ma anche il collegamento fra nobili famiglie dell'Isontino del Collio e del Carso con grandi proprietari terrieri della Stiria Burgeland Baden ecc. orientò la nosta vitivinicoltura verso varietà "continentali" ( Riesling Sylvaner ecc.) che ben si acclimatarono in questi siti e di cui si parlò a lungo nel IV Congresso enologico austriaco tenutosi in Gorizia nel 1891.

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In tale occasione -ha ricordato Fabbro- ampio spazio venne dedicato al problema delle devastazioni delle vigne dovute ad un insetto –la FILLOSSERA- che divorava le radici e cui si trovò rimedio incentivando il vivaismo viticolo e la coltivazione dei portainnesti con forte impegno delle Aziende isontine COSOLO GRIONI BLASIG BELLETTI ecc.


 Elisabetta Bortolotto Sarcinelli


 Vitovska vitigno autoctono del Carso triestino

Se a partire dal 1923 il riferimento enologico di tutta la nostra regione "unificata" divenne l'Istituto di Conegliano Veneto che stimolò la diffusione dei vitigni d'origine francese (Pinot grigio bianco e nero Merlot e Cabernet con Sauvignon e Chardonnay a seguire)localmente non si abbandono la base "autoctona"(Tocai e Malvasia soprattutto) né vennero meno i buoni rapporti con l'Austria e la Germania( Istituto di Geisenheim sul Reno in primis) che riconobbero all'Isontino ed alla BASSA FRIULANA ( il relatore ha citato realtà vivaistiche attive nel territorio di Perteole-Ruda quali i PINAT TOPPANI BUSETTI FRIULVITI ecc.) potenzialità importanti per la coltivazione del legno portainnesto.


 Enzo Lorenzon

L'ingresso dell'Austria nell'Unione europea ha contribuito non poco –ha concluso Fabbro- al benessere di mercato anche nella Sinistra Isonzo in cui alla storica TENUTA CAPPELLETTI di SELZ ( il relatore ha ricordato la nobile figura di uomo e grande tecnico che fu il direttore cav. SANTE DUCA (nella foto 1 al centro nelle cantine Cappelletti) ai COSOLO (nella foto 2 secondo da sx l'ing.Sergio COSOLO) ed ai BLASIG (nella foto 3 la titolare Signora ELISABETTA) si sono affiancate realtà molto note anche all'estero quali i BROTTO i BONORA CASTELVECCHIO LORENZON (nella foto Enzo LORENZON nel vigneto) GANDIN ed altre ancora fra cui molti piccoli produttori che hanno ritrovato dignità e benessere grazie alla CANTINA PRODUTTORI di Cormòns.

Claudio Fabbro - Ronchi/Monfalcone 01.08.2002