STEFANO MILIONI

Piemontese 56 anni Stefano Milioni si è occupa di marketing e comunicazione fin dal 1966.

Il suo attivo coinvolgimento nel settore gastronomico data alla fine degli anni '70 quando cominciò a scrivere di cibo e vino per numerosi periodici e per il quotidiano romani Il Messaggero di cui per oltre dieci anni è stato titolare della rubrica eno-gastronomica settimanale.

Tra il 1985 ed il 1989 ha pubblicato varie edizioni del Catalogo Generale dei Vini d'Italia una guida completa a tutte le Doc e ad oltre 1500 aziende vinicole italiane e per conto del Ministero dell'Agricoltura V.Q.P.R.D. d'Italia - Schedario Sistematico delle Denominazioni d'Origine.

Dopo essere stato dal 1989 al 1991 direttore marketing di Castello Banfi a Montalcino si è trasferito negli Stati Uniti dove ha ricoperto l'incarico per conto dell'ICE Istituto Italiano per il Commercio Estero di Project Manager per le promozioni del settore agro-alimentare ed eno-gastronomico nell'ambito delle Celebrazioni Colombiane. In quella occasione ha realizzato il libro Columbus Menu - Storia della cucina italiana dopo la scoperta dell'America diffuso negli Usa in oltre un milione di copie.

In seguito sempre negli Stati Uniti ha ricoperto la carica di Direttore ed Executive Vice President del Gruppo Ristoratori Italiani Usa per conto del quale ha edito e diretto il mensile CUCINA prima rivista in lingua inglese interamente dedicata all'eno-gastronomia italiana.

Attualmente oltre ad esercitare attività di consulenza per enti ed aziende italiane ed internazionali cura il sito Internet dell'ICE di New York (www.italianmade.com) e collabora con l'ICE di Tokyo nell'ambito dei programmi di promozione dei prodotti italiani a denominazione d'origine (Doc Docg Dop Igt ecc.)

Tra le sue ultime pubblicazioni La Guida Argento di Roma e La Guida Argento di Firenze per Gallimard Viaggi e Assaggi per Il Corriere della Sera Viaggio in Usa per Rizzoli Itinerari d'Europa per il Corriere della Sera Artiginato Sapori e Tradizioni d'Italia per il Touring Club Italiano.

 

Titolo e tematiche dell'intervento:

Pinot grigio negli U.S.A.: motivazioni di un successo italiano negli U.S.A.

Il Pinot Grigio è forse il fenomeno più significativo e rilevante (se non in termini quantitativi sicuramente di immagine e comunicazione) nel panorama vinicolo statunitense.
Ed è un fenomeno di indiscussa e consolidata matrice italiana al punto che esperti e giornalisti americani pur consci che il vitigno è esattamente lo stesso operano comunemente la distinzione tra Pinot Gris e Pinot Grigio ascrivendo il primo ad Alsazia e Germania (ed al suo emulo coltivato in Oregon) ed il secondo all'Italia (ed al suo emulo coltivato in California).
La rilevanza del fenomeno è tale che sono ormai tantissimi i produttori californiani che avviano al mercato bottiglie che in etichetta hanno scritto "Pinot Grigio" in Italiano e dentro un vino che si sforza di assomigliare il più possibile a quelli provenienti dall'Italia e dal Friuli in particolare.
Il successo quindi è consolidato anche se ad esso non corrisponde una paragonabile scalata nella considerazione degli esperti. Il Pinot Grigio italiano insomma viene collocato nella fascia dei vini "facili" beverini piacevoli ma che al dettaglio non possono superare la soglia dei 15 dollari.
Il che se da una parte può ferire l'orgoglio dall'altra ci deve fare meditare: in termini di immagine il Pinot Grigio italiano è il leader della fascia di mercato Usa più ricca e remunerativa. Che si può fare perché ne diventi anche il leader in termini di quantitativi e fatturato senza comprometterne fascino e gradimento?