PINOTS NEL “VIGNETO FRIULI” 
Relazione di Claudio Fabbro

CIVINTAS Cividale 27 luglio2002 ©

      "Varietà di merito che in Friuli specie in località a viticoltura pregiata vanno diffondendosi ma che meriterebbero senza dubbio alcuno maggiore attenzione da parte dei viticoltori perchè capaci di produrre vini che molto non si differenziano per bontà da quelli rinomati francesi della "Borgogna".  In provincia i "Pinot" (il nero particolarmente) erano un tempo diffusi ed apprezzati dai viticoltori perchè di fronte ai tipi di vini nostrani prodotti con uve di secondo merito anche troppo ricche di acidità mitigavano tale eccesso ed ingentilivano il prodotto. (POGGI 1939)

      E che antica fosse la coltivazione lo prova anche l'abbondante letteratura. Il friulano Lodovico BERTOLI infatti nel 1747 in una Memoria apparsa a Venezia dal titolo "LE VIGNE ED IL VINO DI BORGOGNA IN FRIULI" affermava: che dopo aver gustato a Firenze l'uva "Pinneau" venuta dalla "Borgogna" ed averne avuto assicurazione che altro non era che "Refosco del Friuli" usò maglioli di "Refosco di Biauzzo" per riprodurre in Friuli il vino di "Borgogna".  Vi è da ritenere che i maglioli di "Refosco di Biauzzo" (località presso Codroipo) altro non fossero che tralci di "Pinot". (POGGI 1939; CALO' e COSTACURTA 1991)

      Pur essendo varietà di merito il "Pinot bianco" e quello "grigio" (il "Pinot nero" dà prodotti non molto costanti e certamente di minor valore) tuttavia verso di loro i viticoltori friulani almeno nella gran maggioranza non dirigono le preferenze. Le ragioni forse sono identificabili nella precocità di maturazione delle uve che obbliga a coltivazioni specializzate per la necessaria raccolta anticipata: nella forse troppo scarsa acidità del vino che non riesce gradevole al palato del comune bevitore ed anche nella non grande produttività nei raffronti s'intende di altre varietà di merito quale ad esempio il Tocai". (POGGI 1939)

      "Non voglio certamente arrischiarmi a  paragonare il "Pinot grigio" maturato nei nostri terreni con "Sa Majesté le Montrachet" pari di Francia così come chiamava lo scittore francese Paul RAMAIN il vino della Côte d'Or dove il "Pinot bianco" e quello "grigio" si vinificano assieme al "Pinot Chardonnay"; tuttavia in molte nostre località di colle ed anche di piano (Cervignanese Aquileiese e colline eoceniche) produce vini di grande merito squisiti alle volte sin troppo potenti per ricchezza di alcole e di estratto. In qualche località poi il "Pinot grigio" viene impropriamente chiamato "Tocai grigio" ma nulla ha a che vedere con il "Tocai". (POGGI 1939)

      I "Pinot" non vegetano molto bene nei climi caldi ragione per cui da noi così come in "Borgogna" hanno trovato il loro optimum di ambiente. In provincie finitime ad esempio in quella di Pola il "Pinot bianco" dà un vino  di alcolicità elevata; si esporta all'estero e costituisce un ottimo tipo da pesce.  Resistenti all'invecchiamento bene accetti ai palati fini "Pinot bianco e grigio" si debbono quindi considerare tipi di merito anche superiori e la diffusione dei vitigni dovrebbe venire propagandata; in tale senso del resto è intonata l'attività dei tecnici preposti". ( POGGI 1939)

La diffusione dei Pinots ( e degli altri vitigni d'origine francese) nel Collio goriziano si deve molto probabilmente al Conte Teodoro de La Tour nobile francese che prese in moglie in quel di Capriva del Friuli -correva l'anno 1869- la proprietaria dell'Azienda Villa Russiz Elvine Ritter de Zahoni dedicandosi alla coltivazione delle vigne. Nella stessa azienda e più in generale nel territorio collinare tali varietà costituiscono tuttora per quantità e qualità la base produttiva per eccellenza.


PINOT  GRIGIO

      “Il "Pinot grigio"-secondo Pittaro (1982)- deriva dalla mutazione gemmaria del "Pinot nero" del quale colore escluso conserva quasi tutte  le caratteristiche. La prima importazione dei "Pinot" in Italia sembra sia avvenuta tramite il Generale EMILIO DI SAMBUY che dalla "BORGOGNA" lo portò nella sua tenuta di Lesegno in provincia di Cuneo. La diffusione di tutte e tre le varietà avvenne lentamente in tutta l'Italia settentrionale ma con scarsi risultati nella qualità. Gli impianti effettuati in terreni non adatti ebbero come risultati vini deboli senza sapore e poco serbevoli. Non si riuscì forse a capire che i "Pinot" hanno un habitat naturale in terreni collinari piuttosto freddi compresi fra il 46° e 51° parallelo di latitudine nord. Solo negli ultimi decenni di questo secolo vennero effettuati impianti in terreni adatti molto simili a quelli della "BORGOGNA" o dello "CHAMPAGNE". Attualmente il Italia il "Pinot grigio" è diffuso nel Trentino Alto Adige nel Friuli-Venezia Giulia in Lombardia e Piemonte. Rari vigneti in altre regioni. Poco diffuso in Francia abbastanza in Svizzera Germania Cile Argentina Australia Africa del Sud.

      Stranamente in Italia è più conosciuto e più di moda il "Pinot grigio" del "Pinot bianco". La vinificazione può avvenire in bianco o in ramato;  in bianco si ha maggior finezza eleganza discrezione. Fruttato da giovane assume un largo e pungente bouquet di fieno secco mallo di noce mandorle tostate.      E' come il "Pinot bianco" vino da aperitivo e secondo luogo e vinificazione adatto su tutta la gamma degli antipasti magri delle minestre asciutte e in brodo dei piatti a base di uova e dei piatti a base di pesce; affronta bene anche i salumi e le carni lesse”. (Pittaro 1982)

“ Sul Pinot grigio durante il IV Congresso enologico del 1891 (austriaco novembre 1891 Gorizia n.d.A.)  venne allora affermato : “ Ciò che si disse pel Pinot bianco vale anche per questo vitigno e non abbiamo che d'aggiungere che conviene spillare il suo mosto presto onde non  avere un vino troppo colorato….Dà un vino finissimo da porsi al pari col Pinot Bianco anzi per corpo e forza è superiore a questo col quale merita di essere tagliato”. Presente nel catalogo del 1863 sotto il nome di AUVERGNAT GRIGIO era coltivato a Ipplis. Quell'intuizione portò bene al Friuli Venezia Giulia” .  ( Filiputti 1997)

Il Pinot grigio è varietà raccomandata in tutte le provincie del Friuli Venezia Giulia ed è prevista in tutte le zone DOC ( non nella DOCG “Ramandolo”).

Nell'ultimo decennio l' interesse per tale vitigno è decisamente aumentato e dal 5° posto del 1990 ( ettari 1.415 pari al 7 7 %) è passato al 3° posto nel 1999( ettari 2.791 pari al 14 3 % con un aumento dell' 86 % ). (vedi tabelle) Con la vendemmia 2001 il Pinot grigio dovrebbe -molto probabilmente-essere passato addirittura al secondo posto superando lo stesso Tocai friulano.

 

PINOT  BIANCO

      “Il "Pinot bianco" è uno dei tre fratelli della famiglia dei "Pinot". Antichissima l'origine dato che le tracce della loro coltivazione risalgono all'epoca romana. Conosciuti da sempre in Francia dove "Pinot bianco" e "Pinot nero" costituiscono la base dei più famosi vini del mondo.

      "PINOT BLANC" in Francia "WEISSBURGUNDER" in Germania in Italia è conosciuto anche col nome di "BORGOGNA BIANCO" con chiaro riferimento alla zona di origine e di maggior coltivazione. Mentre il "Pinot bianco" deriva certamente da mutazione gemmaria del "Pinot nero" lo "CHARDONNAY è una varietà a se stante anche se simile. Vitigno nobilissimo il "Pinot bianco" largamente coltivato in Borgogna dove costituisce la materia prima per i bianchi da lungo invecchiamento. Diffusissimo anche in Italia specie in Trentino-Alto Adige Piemonte Lombardia Veneto Friuli-Venezia Giulia e ora anche in Puglia.      Il "Pinot bianco" è quanto di meglio un imprenditore possa desiderare. Gradazione piuttosto elevata acidità fissa media elegante di corpo di un bel colore giallo paglierino con riflessi verdognoli da giovane per poi assumere sfumature dorate durante l'invecchiamento.  Profumo delicato e contenuto con nouances di fiori e di frutti appena vinificato assume quindi una notevole fragranza che ricorda la crosta del pane appena sfornato per poi passare all'artemisia al mandorlo dopo l'invecchiamento. Col lungo invecchiamento in fusti di rovere nei barriques come avviene in Borgogna compariranno le fugaci sfumature di erbe rare di sottobosco di frutta secca perfettamente amalgamate per la delizia dell'olfatto più raffinato

      E' vino da aperitivo e secondo luogo e vinificazione adatto su tutta la gamma degli antipasti magri delle ministre asciutte e in brodo dei piatti a base di uova e dei piatti a base di pesce”.  (Pittaro 1982)

 

PINOT  NERO

      “Il "Pinot nero" dà i rossi più famosi del mondo (quelli della "BORGOGNA") e i bianchi spumanti ancor più famosi (quelli dello "CHAMPAGNE").  Diffusissimo in Francia nelle zone citate meno in Italia dove però sta guadagnando posizioni. Le zone più intensive sono : OLTREPO' PAVESE PIEMONTE TRENTINO-ALTO ADIGE FRIULI-VENEZIA GIULIA VENETO e in minor misura in altre zone. Diffuso anche in GERMANIA SVIZZERA ARGENTINA CILE ecc. La versatilità di questo vino sia vinificato in bianco che in rosso la resistenza a lungo invecchiamento la finezza della qualità lo hanno senz'altro portato al primo posto nei vertici della classifica mondiale.  

"Dobbiamo distinguere due lavorazioni:

      Lavorazione in rosso:  per la produzione di rossi da lungo invecchiamento. In questo caso la lunga macerazione e l'elevata acidità fissa predispongono il vino alla lunga sosta in piccoli fusti di rovere. Da giovane il vino risulta impersonale anonimo. Col passare degli anni si affina notevolmente evolvendo le caratteristiche organolettiche in sfumature in cui spiccano il goudron il legno bruciato il sottobosco il tartufo. E' insomma un vino aristocratico da grandi intenditori.

      Lavorazione in bianco: con questo sistema si preparano le basi per il più celebre spumante del mondo : lo "CHAMPAGNE". L'uva viene pigiata nel modo più soffice possibile; il mosto decolorato dalle tracce rosa passa alla lunga fase della presa di spuma. Certamente la grande classe la fragranza del bouquet in cui spicca gradevole il profumo di lievito ha fatto di questo vino il più famoso del mondo E' vino da carni bianche e rosse arrosto o con salse bianche o brune (in particolare pollame nobile)”. (Pittaro 1982)

 

BIBLIOGRAFIA  ESSENZIALE

 POGGI G.: Atlante Ampelografico - Consorzio Provinciale tra i Produttori dell'Agricoltura - Sezione Viticoltura Udine –   Arti Grafiche Pordenone 1939.

PITTARO P. PLOZNER L. : "L'Uva e il Vino" - Magnus Edizioni - Udine     1982.

CALO' A. e COSTACURTA A. : “Delle viti in Friuli” Arti Grafiche Friulane Feletto Umberto 1991.

FILIPUTTI W. : “ Il Friuli ed i suoi grandi vini” ; Arti grafiche friulane 1997.

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Curriculum vitæ di Claudio Fabbro