le aziende 

Sagrado 10 novembre 2003

MIRELLA SIGNORA DEL REFOSCO
Alla Tenuta CASTELVECCHIO incontro con FUOCOLENTO
e Demetrio VOLCIC brillante testimonial.

Di Claudio Fabbro

Nei giorni scorsi è stata presentata a Pordenone la terza edizione della GUIDA AI VINI del FRIULI VENEZIA GIULIA curata dalle Camere di Commercio della Regione tenuta a battesimo da Rossana Bettini Illy e Mauro Corona.
Rispetto allo scorso anno la partecipazione è aumentata in modo significativo: 199 aziende contro 172 869 campioni prelevati contro i 576 del 2002. Nella nuova guida (370 pagine ) enologi e degustatori hanno compilato la pagella di ben 717 diversi campioni 455 bianchi e 262 rossi. Gli 89 esperti hanno confermato un generale innalzamento della qualità dei vini sottoposti al giudizio delle commissioni. Infatti i vini da "tre stelle" - con valutazione superiore agli 88 centesimi - sono diventati 34 contro i 9 dell'anno scorso.
I Colli (orientali ) del Friuli - la zona doc più affezionata alla Guida con 73 aziende - confermano la leadership con ben 17 vini da "tre stelle" su 34.
Il Collio (con 35 aziende) conferma la sua bontà con 7 top wine".

IL CARSO SORPRENDE
La grande sorpresa recata dalla GUIDA AI VINI DEL FRIULI VENEZIA GIULIA 2004 è stato l'exploit della zona doc Carso che con sole quattro aziende presenti in guida porta al vertice due bottiglie il Refosco della Tenuta Castelvecchio di Sagrado della famiglia Terraneo e di Giovanni Bignucolo e il Terrano di un produttore emergente come il carsolino Zidarich.
Per festeggiare tale prestigioso riconoscimento Leo e Mirella TERRANEO e Gianni BIGNUCOLO hanno riunito alla TENUTA CASTELVECCHIO di Sagrado rappresentanti del mondo imprenditoriale e del giornalismo con il senatore DEMETRIO VOLCIC ospite d'onore insieme all'editore di FUOCOLENTO Nico GAMBAROTTO ed al direttore della rivista specializzata - particolarmente attenta alle vicende carsiche - Adriano DEL FABRO.
Mirella DELLA VALLE TERRANEO ha illustrato agli intervenuti i vari momenti che hanno portato l'Azienda soprattutto negli ultimi 10 anni ai vertici dell'enologia regionale acquisendo mercati internazionali impensabili alla fine degli anni '80 quando la Famiglia TERRANEO rilevò la storica tenuta ristrutturando vigne e cantine ripartendo praticamente da zero.
Gianni BIGNUCOLO enologo di chiara fama cui i TERRANEO hanno riconosciuto il merito del "rinascimento" della azienda più nota del CARSO ha deliziato i presenti con una bella lezione d'enologia spaziando dal protagonista della serata(il REFOSCO appunto) all'autoctono MALVASIA ed agli UVAGGI SAGRADO bianco e rosso.
L'importanza della comunicazione e del giornalismo di settore è stata unanimemente sottolineata e non a caso l'incontro è coinciso con il primo anno di attività di FUOCOLENTO mensile enogastronomico che sta riscontrando crescenti apprezzamenti e cui lo stesso Demetrio VOLCIC- che nell'occasione ha sviluppato un brillantissimo excursus sulla vitivinicoltura russa a lui ben nota in oltre un decennio di corrispondenza giornalistica a Mosca-ha riconosciuto un ruolo importante per l'impegno dedicato ad usi e costumi agroalimentari mitteleuropei e non solo.
Appena sopra Sagrado d'Isonzo dove il Carso Goriziano offre angoli di natura e di quiete impensabili sorge l'Azienda Agricola Castelvecchio. La vista che si gode da qui è davvero unica ed in particolari giornate abbraccia tutta la regione Friuli Venezia - Giulia dalle montagne al mare. Le ricche suggestioni paesaggistiche della zona si fondono con le nobili ed antiche origini di questi luoghi testimoniate ancor oggi dalla villa rinascimentale dal suggestivo parco punteggiato di cipressi e dalle querce secolari della vasta tenuta boschiva. Attraverso gli anni splendori e rovine hanno segnato queste terre che ancora oggi ripropongono la sfida di un terreno difficile arido e roccioso ma capace di inaspettate alleanze con l'uomo.

CASTELVECCHIO FRA STORIA E LEGGENDA
"Le vicende di CASTELVECCHIO - per essa intendendo l'attuale azienda modello ma anche il circostante territorio d'Altopiano - sono intimamente legate alla storia di Sagrado e fino alla metà del '900 alla dinastia dei Conti della Torre".
Così ha esordito Mirella DELLA VALLE - prontamente ribattezzata dai presenti " LA SIGNORA DEL REFOSCO - per poi proseguire:
"Francesco III° (1509-1566) acquistò dagli STRASSOLDO la "Villa di Sagrado".
Raimondo VI° andato sposo prima a Ludovica HOFER e poi in seconde nozze alla sorella CHIARA costruì " IL CASTELNUOVO" prima di passare a miglior vita ( 1623).
A CASTELNUOVO dimorò poi GIOVANNI FILIPPO I° ed a seguire RAIMONDO BONIFACIO (+ 1714) GIOVANNI BATTISTA II°(+ 1784) e RAIMONDO IX (1749-1817). Quest'ultimo sposò VALBURGA GUPPEMBERG (sepolta in Sagrado) e costruì la cosiddetta "torrazza" che andò distrutta nella prima guerra mondiale.
Con GIOVANNI BATTISTA III° vice capitano di Vienna (1774-1849) si estinse la "linea maschile" dei della TORRE-HOFER.
In seguito TERESA andò sposa ad Egone HOHENLOHE (1820-1865) e con i loro successori EGONE ed ALBERTO ALESSANDRO si arriva al 1900.
Il territorio di Castelnuovo divenne allora proprietà del poeta triestino dr. Spartaco MURATTI e dell'azienda di cui oggi parliamo in cui un ufficiale di cavalleria barone Arturo BASELLI dirigeva l'allevamento dei puledri dello Stato.
La prima guerra mondiale sconvolse come è noto il CARSO intero i fabbricati rurali le vigne e quant'altro.
Nel 1921 l'azienda venne rilevata dalla ditta commerciale AGLIALORO ( i cui discendenti sono tuttora attivi in vari campi commerciali in Sagrado e Fogliano) e da questi per alterne vicissitudini dalla BANCA d'ITALIA (1923-1937).
Nel 1938 la proprietà cambiò ancora di mano e venne acquistata dal comm. Sebastiano MONTUORI che vi abitò fino al 1940 apportando notevoli restauri (con lui c'era pure il capitano dei Carabinieri STRUDOF che ne aveva sposato la nipote).
Indi Guerrino PELLICCETTI umbro proveniente da Zara e stabilitosi a Trieste tenne la proprietà prima dell'ing. Giuseppe BALDI " che - annota lo storico Augusto GEAT - "scelse per se una tragica fine".
Poi la proprietà venne acquistata dagli armatori triestini MARTINOLICH e TARABOCCHIA (che ne era il genero).
Alla fine degli anni '60 quando sembrava prossima l'assegnazione a Doberdò del Lago (in contrapposizione alla leccese NARDÒ) del PROTOSINCROTRONE e con esso ipotesi commerciali ed agrituristiche connesse a consistenti e qualificati insediamenti la Famiglia ORLANDO acquisì Villa azienda e terreni salvo poi rivenderli ai nobili de ASARTA di Fraforeano di Ronchis che già possedevano grandi aziende agricole non solo in Friuli ma anche Oltreoceano.
Fu nel 1975 che il cav. Aldo PRATI di Fraforeano uomo di grande e meritata fiducia dei de Asarta richiese la mia consulenza per procedere al rinnovo progressivo degli impianti vitati di CASTELVECCHIO.
Fatto questo che mi inorgoglì e che motivai-più che con la mia giovane esperienza d'agronomo- con il fatto che ero nato proprio a Sagrado e mio padre-correva l'anno 1913-era nato addirittura in quella azienda !
Dunque conoscevo per sentito dire nonchè per le quotidiane ed incoscienti "missioni" pomeridiane in CARSO a cercare residuati bellici ogni buco recondito di quell'area.
Fu così che andarono a dimora quasi 5 ettari di vigna nella dolce pendenza che unisce la Villa CASTELVECCHIO al paese di Sagrado.
Si trattava di Malvasia istriana Cabernet franc e Traminer aromatico).
Impresa epica per operatori abituati ad impianti più facili in pianura al netto di sassi e massi ed anche di bombe inesplose che logorarono i nervi più saldi.
Si riscopri allora il valore delle terre rosse delle doline che in alternativa alla TORBA normalmente usata poste nelle buche delle giovani barbatelle garantivano freschezza e pressochè totale attecchimento.
Poi i de ASARTA gettarono la spugna e ad essi subentrò una cordata d'imprenditori che dotò i pregressi ed i nuovi impianti di una rete fissa d'irrigazione sottochioma elemento indispensabile per produrre in serenità ed in qualità".

TERRANEO & BIGNUCOLO "matrimonio vincente".
Dopo alterne vicende fortune e vicissitudini alla fine degli anni '80 avvenne finalmente il "risorgimento" della CASTELVECCHIO che trovò dopo tanti avvicendamenti continuità stabilità e managerialità.
Leo Terraneo industriale lungimirante lombardo intuì subito che quella tenuta aveva in se per posizione e caratteristiche geopedologiche e microclimatiche potenzialità sino ad allora inespresse. Ne era convinta anche la moglie Mirella appassionata d'enogastronomia ed innamorata del Friuli agricolo in generale e del Carso viticolo in particolare.
Mirella si immerse in una serie di corsi amatoriali e professionali sulla vigna il vino e dintorni e tali qualificate conoscenze le torneranno utili per contribuire con la sua grazia e competenza all' immagine della CASTELVECCHIO.
Ma la ciliegina su una torta ben riuscita venne posta a partire dal 1989 con l'affidamento della gestione generale all'enologo Giovanni BIGNUCOLO presente nel territorio da oltre vent'anni con esperienza a 360° nel COLLIO ISONZO nei vini d'alta qualità da bottiglia ma anche nella spumantistica ( leggasi CARDINAL azienda leader del PROSECCO e dintorni...).
BIGNUCOLO - nella sua qualità di socio e presidente della neonata società di gestione - iniziò a rivoltare la CASTELVECCHIO come un calzino.
Ideò e fece costruire la nuova cantina con uno spazio sotterraneo in grado d'affinare oltre 2.000 ettolitri di vino (rosso) in ben 450 botti di diverse capacità.
Iniziò subito la riconversione degli impianti e passando progressivamente dalla spalliera espansa al metodo più castigato SILVOZ e GUYOT. Mise a dimora ulteriori 10 ettari di vigna ad alto indice d'infittimento.
Ai 140 chilometri di tubazioni (!!!!!) per l'irrigazione a goccia si aggiunsero in tempi recenti altri 20 di tubazioni sotterranee.
Così i vigneti ora raggiungono i 40 ettari con dotazione irrigua di soccorso e meccanica d'avanguardia.
L'elemento determinante per la riuscita della coltivazione carsica "fuori dolina" è da sempre la disponibilità d'acqua: grazie infatti ai tipici fenomeni del Carso sotto la superficie dura e pietrosa si formano bacini in cui l'acqua si raccoglie e si mantiene. Ma il "carsismo" in superficie abbatte ogni umana possibilità di coltivazione né in assenza d'acqua sarebbe pensabile un inerbimento interfilare.
La vecchia villa le terrazze ed il parco recano ancora oggi i segni degli eventi bellici e delle "12 battaglie dell'Isonzo" che infiammarono il territorio nel 1915/17.
Eppure la Tenuta Castelvecchio con la sua Villa ricca di mistero ancora oggi ricorda antiche nobiltà e splendori mantenendo intatto il fascino dell'altopiano carsico territorio di uomini duri e pionieri del "rinascimento enologico". Le terre rosse spinte dalla "bora" nelle conche naturali (doline) consentono la sopravvivenza fisiologica alle coltivazioni ma è sempre e comunque l'acqua il fattore limitante nel bene e nel male per la vite.
Da CASTELVECCHIO si può ammirare il Golfo dell'Alto Adriatico la costiera slovena ed istriana la pianura friulana fino al Veneto e la cornice delle Alpi Giulie; un panorama unico nel suo genere che definire idilliaco non è assolutamente retorico.

VITE ED ULIVO SECONDO NATURA
Il decollo internazionale dell'azienda "Castelvecchio" che con le modifiche apportate al disciplinare di
produzione ha ampliato la gamma dei vini ad autoctoni " francesi acclimatati" ed uvaggi è relativamente recente.
Anche la coltivazione dell'ulivo sta dando risultati di rara qualità.
Le terrazze che fanno da cornice alla storica villa ospitano oltre agli ulivi una tartufaia un frutteto ed un piccolo stagno con animali da cortile.
Nel bosco d'acacie soggiornano oltre 50 alveari in assoluto benessere garante della salubrità ambientale.
Un aspetto molto gradito al consumatore è intimamente legato alle caratteristiche del ciclo produttivo tutto "secondo natura".
Infatti il diserbo (e la concimazione organica...) non è mai chimico ma viene delegato ad un gregge di pecore; la difesa antiperonosporica con i tradizionali formulati rameici (peraltro monitorata d'intesa con l'Osservatorio fitopatologico di Gorizia tramite una centralina meteo posta al centro dell'azienda) ed antibotritica è ridotta al minimo poichè la bora spazza via tutti i fungacci. Per l'oidio (o "Mal bianco") particolarmente dispettoso in collina ed altopiano si ricorre a qualche " biologica" polverizzazione con zolfo ventilato.
Praticamente inutile la lotta ad altri insetti (che in pianura sono aggressivi alquanto) . Come precisa il tecnico della Tenuta il perito Saverio DI GIACOMO se i parassiti animali (peraltro tenuti costantemente d'occhio con apposite trappole ormonali) non ci sono è inutile inventarli !
Il 70% d'uve a bacca rossa è in sintonia con le caratteristiche geopedologiche che danno vini fortemente strutturati (anche perchè la permanenza delle uve in pianta è possibile fino alla fine di ottobre).


IL PRIMO UVAGGIO
In questo contesto Gianni Bignucolo concepì il 27 ottobre 1995 il suo primo grande uvaggio: il "SAGRADO ROSSO cuveè di Cabernet Sauvignon e Cabernet franc resa 60 q.li/ha. 20 giorni di macerazione con fermentazione malolattica a seguire. Poi 3 anni di affinamento in rovere (barriques e tonneaux) seguito da altri 8 mesi in bottiglia. 13 2° naturali ed oltre 30 grammi/litro d'estratto secco la dicono lunga su questo rosso che - con secondi piatti di carne e formaggi stagionati - è l'autentico fiore all'occhiello di una azienda pilota d'altopiano in cui immagine e spessore storico vanno a braccetto con il sapere degli uomini.
Tale tipologia viene da allora perpetuata con successo ed è complementare a grandi Cabernet cui il RESVERATROLO non fa di certo difetto.
Fra i bianchi pur con tutto il rispetto per un grande Sauvignon che ricorda da vicino le tipologie fortemente strutturate del SANCERRE francese è la Malvasia istriana - tutta"pepe e sale" - che tiene alto il ricordo.
Poichè a CASTELVECCHIO si guarda si avanti ma nel rispetto di tradizioni consolidate nei secoli.
 

CASTELVECCHIO - VINI BIANCHI

SAUVIGNON
Il suo aroma caratteristico ricorda inconfondibilmente l'uva di provenienza. Il colore è paglierino il profumo speziato evidenzia gli aromi varietali. Il sapore è pieno maturo di grande struttura e leggermente infavato. Le caratteristiche decise conferiscono a questo vino una grande personalità e lo rendono adatto ad abbinamenti con primi piatti importanti e con il pesce alla griglia. Temperatura di servizio: 10° - 12°C.

PINOT GRIGIO
Delicato ed etereo dall'eleganza tipica dei Pinots. Le sfumature particolari del colore giallo paglierino derivano dall'uva e dal suo processo di trasformazione. Il sapore è pieno e fine con una nota fruttata. Dall'aperitivo agli antipasti ai primi piatti non impegnativi: le possibilità di abbinamento di questo vino sono numerose. Temperatura di servizio: 10° - 12°C.

MALVASIA ISTRIANA
Il clima del vicino mare e le caratteristiche del suolo carsico conferiscono a questo Malvasia un timbro personale ed una stoffa superba. La maturazione in bottiglia tende a indorare il colore paglierino. Il profumo particolare è caratterizzato da una leggera nota aromatica. Il sapore è elegante vivace maliziosamente sapido. Ottimo complemento a primi piatti con frutti di mare è l'ideale abbinamento per il pesce alla griglia. Temperatura di servizio: 10° - 12°C.

TRAMINER AROMATICO
Vino molto elegante e caratteristico dall'aroma inconfondibile e personale. Il bouquet ampio ed armonioso che ricorda i fiori la rosa il polline ed il miele è arricchito da una nota di moscato. Il sapore è delicato ampio e vellutato con una matura nota aromatica. L'abbinamento ottimale è con piatti delicati come antipasti di salmone minestre leggere e cremose formaggi e primi piatti alla panna. Temperatura di servizio: 10° - 12°C
 

CASTELVECCHIO - VINI ROSSI

CABERNET FRANC
La caratteristica nota erbacea di questo vino rosso di gran classe sfuma con l'invecchiamento verso tonalità eteree e composite. L'acceso color rosso rubino iniziale si stempera in aristocratici riflessi quasi sericei. Il profumo mantiene la fragranza erbacea anche nella maturazione che avviene prima in legno e poi in bottiglia. Il sapore generoso morbido e vellutato è maliziosamente accattivante. Si accompagna ottimamente con arrosti di carni bianche e con cacciagione di piuma. Temperatura di servizio: 18° - 20°C.

CABERNET SAUVIGNON
È il vino più strutturato e importante della nostra produzione e proviene dall'uva vendemmiata per ultima a fine ottobre. Di colore rosso rubino ha un profumo intenso ed armonico ricco di mille sfumature che si evolve nell'invecchiamento. Il sapore è pieno elegante e di ampio corpo. è un complemento d'elezione per le carni arrosti o selvaggina di massimo impegno. Temperatura di servizio: 18° - 20°C.

TURMINO
Nome di fantasia - depositato - per un rosso D.O.C. Carso vino composto per il 70% di Terrano e per il 30% di Cabernet. Il profumo ed il sapore risentono positivamente delle uve di provenienza. La fragranza selvatica del Terrano si sposa e si nobilita grazie all'apporto del Cabernet di più spiccata personalità. Sapido e di buon corpo è adatto soprattutto alle carni in umido ed ai brasati. Temperatura di servizio: 16° - 18°C.

REFOSCO DAL PEDUNCOLO ROSSO
Vino rosso proveniente da un antico vitigno friulano. Di colore rosso rubino molto carico questo vino esprime un profumo etereo leggermente vinoso e pieno di carattere. Il sapore è asciutto pieno corposo e vagamente amarognolo. Arrosti e selvaggina vengono particolarmente valorizzati da questo vino che si accompagna ottimamente anche ad altre robuste pietanze caratteristiche della cucina friulana. Temperatura di servizio: 18° - 20°C.

TERRANO
Nome del vino e del vitigno. Quest'ultimo quasi certamente originato dal Refosco d'Istria che coltivato sulla terra rossa e rocciosa dell'altipiano carsico ha sviluppato caratteristiche molto particolari conferendo al vino un gusto ed un aroma assolutamente unici. Giovane esprime tutta la sua tipicità ed è riservato a chi ne apprezza le originali caratteristiche.
Si distingue per l'esuberanza della sua acidità malica per le fragranze selvatiche di lampone e mora e per il tipico colore rosso rubino intenso con orli violacei.
Il limitato contenuto tannico e la gradazione moderata pur con acidità sostenuta ne fanno un vino di struttura media ideale con i salumi e con i piatti tipici del Carso. Da giovane questo vino non disdegna l'abbinamento con pesci grassi in special modo con l'anguilla. Temperatura di servizio: 12° - 14°C.


 
AZIENDA Agricola: "Castelvecchio" S.r.l.
34078 – SAGRADO D'ISONZO (GO) – Loc. Castelnuovo 2
Tel: 0481/99742 Fax: 0481/960736
E-MAIL info@castelvecchio.com

Presidente amministratore direttore generale Enologo: Giovanni BIGNUCOLO
Superficie a vigneto: 40 Ha (Doc "Carso"- Gorizia)

I Vini: Malvasia Sauvignon Traminer Pinot grigio Cabernet sauvignon e Cabernet franc Refosco; "Turmimo" (uvaggio con oltre 70% Terrano ed il resto Cabernet) Terrano uvaggi "SAGRADO bianco e rosso". Brut charmat