le aziende 

ANGORIS: LA STORICA TENUTA RILANCIA
Presentato alla stampa di settore il programma di riconversione delle vigne e delle cantine


 Marta Luciano e Claudia Locatelli

La tenuta di Angoris nata nel 1648 sta festeggiando i suoi 350 anni: un evento che sottolinea l'importanza storico istituzionale acquistata in tanti anni di impegno e dedizione. Eppure dopo tutti questi anni la storica tenuta non vuole "sedersi sugli allori". Tutt'altro: oggi sta conoscendo un periodo di straordinaria evoluzione puntualmente sottolineata dallo slogan aziendale "Il Rinascimento" che ribadisce la volontà imprenditoriale di rinnovarsi sempre ma nel più alto rispetto della tradizione enologica tracciata dagli antenati e scrupolosamente seguita dall' amministratore delegato il dott. Luciano Locatelli e da tutta la Famiglia.

(Infatti oltre alla figlia Claudia da anni in azienda a tempo pieno anche l'altra figlia MARTA ha recentemente accentuato il suo impegno a favore dell'organizzazione amministrativa e delle pubbliche relazioni).


 Locatelli Favretto e Lanati

Egli infatti ispirato da un innato entusiasmo verso questo straordinario mondo ha saputo destreggiarsi in un mercato sempre più competitivo ricercando costantemente un prodotto di alta qualità grazie anche alla preziosa collaborazione di un tecnico tanto capace quanto modesto : l'enologo Natale Favretto.

" Quella stessa passione pulsa anche nel mio cuore: dice Claudia Locatelli la più giovane dirigente dell'Azienda impegnata nel difficile ma stimolante ruolo di responsabile commerciale della tenuta di Angoris. La stessa emozione che provo ancora oggi passeggiando tra i filari o sorseggiando i nostri vini. Qui trovo l'amore per il mio lavoro e lo stimolo a proseguire nella direzione giusta: la qualità dei vini Angoris. E la migliore conferma a questa scelta oltre che dal cuore giunge proprio dai nostri clienti che   negli anni continuano a riservarci tutta la loro stima e fiducia".

Nei giorni scorsi la Famiglia LOCATELLI ha voluto far conoscere più da vicino alla stampa di settore tutta una serie di programmi ed iniziative nell'ambito di una giornata in cui è stato presentato il nuovo staff tecnico ed amministrativo dell'azienda .

Dopo la tavola rotonda è seguita una colazione di lavoro con degustazione dei CRU ANGORIS guidata dall'enologo Donato LANATI consulente piemontese di fama internazionale e la visita ai nuovi impianti di Sauvignon ad alto indice d'infittimento gestiti con modernissime macchine operatrici ed agevolatrici in grado di potar irrorare fitofarmaci ed anche vendemmiare ben sette filari per volta.

" La TENUTA ANGORIS- ha esordito il dott. Luciano LOCATELLI nell'aprire ufficialmente la giornata di lavori-gestisce direttamente ben 640 ettari di cui oltre 150 a vigneto nelle zone DOC COLLIO ISONZO e COLLI ORIENTALI DEL FRIULI.

Fu nel lontano 1648 che l'Imperatore d'Austria FERDINANDO III donò 3.000 campi di terreno fra i più fertili e fruttuosi all'Ufficiale Locatello LOCATELLI per meriti acquisiti in battaglia nella guerra dei TRENT'ANNI.

Sono passati tre secoli e ANGORIS acquisita nel 1968 dall'omonima Famiglia LOCATELLI ha cambiato decisamente la fisionomia aziendale ora caratterizzata da un'impostazione manageriale ad alta professionalità.

Nel 1971 furono acquistati altri terreni vitati e fabbricati rurali in Località ROCCA BERNARDA (Ipplis di Premariacco Colli orientali del Friuli).

Nel 1991 l'interesse si spostò nel COLLIO con l'acquisto del RONCO ANTICO splendida realtà collinare in Brazzano di Cormòns.

Nel 2002 furono acquistati altri 10 ettari in ROCCA BERNARDA ed al contempo iniziò la progressiva riconversione dei vigneti con infittimenti nei reimpianti fino a 7.500 ceppi/ettaro ed introduzione di macchine innovative "tuttofare" sotto l'occhio vigile del responsabile di campagna perito Fabio RIVOLT e del consulente agronomico MARCO SIMONIT.

Anche la cantina è cresciuta a livello esponenziale sia nella produzione dello spumante classico che nella differenziazione di linee "internazionali"(Pinot grigio Chardonnay e Sauvignon in primis) ed "autoctone"( Ribolla gialla e Refosco in particolare) su cui l'enologo NATALE FAVRETTO sta lavorando da tempo ora con la supervisione del "guru" dell' enologia Donato LANATI.

Con Massimo BENETELLO alla direzione commerciale ed Assunta BARILE a quella amministrativa si chiude il cerchio dell'organizzazione ANGORIS con il dott. Luciano LOCATELLI in regia nell'ambito di un meccanismo d'ampie deleghe a giovani e motivati collaboratori.

Claudio Fabbro Gorizia 29 giugno 2003 telef. 335-6186627

TENUTA di ANGORIS s.p.a
Località Angoris 7
34071 CORMONS(GO)
telef. 0481-60923
fax 0481-60925
www.angoris.it
E-MAIL
info@angoris.it



 

Angoris Langoris Nangoris.
Ricerca storica di Giovanni Battista PANZERA

     Idealmente la storia della tenuta di Angoris inizia il 7 febbraio 1644 e l'8 giugno 1647 quando l'imperatore Ferdinando III dona 300 campi novali nel territorio di Cormòns a Locatello Locatelli barone di Eulenberg e Schönfeld in benemerenza dei servigi prestati per 18 anni nelle guerre quale colonello nella milizia.
     Siamo storicamente al periodo della guerra dei trent'anni conclusasi nel 1648 con la pace di Westfalia.
     La Comunità di Cormòns per ben otto anni protestò contro tale concessione con ripetute rimostranze alle quali si unirono altri Comuni circonvicini nei confronti di quello stesso Imperatore che nel 1638 aveva confermato i Privilegi di Cormòns ed era intervenuto per frenare gli abusi di potere del Conte Mattia Della Torre. Le motivazioni sostenute erano la mancanza di pascoli e di boschi necessari a fornire sufficiente legname a sostegno delle viti. Inoltre i residui terreni comunali non sarebbero bastati ai bisogni di quei 300 campi ridotti a coltura. Le proteste furono invane e i 300 campi furono smembrati dalla facoltà del Comune ed assegnati a Locatello Locatelli.
     Questo documento tuttora conservato negli archivi comunali ci portano a dover fare alcune considerazioni. Da “Cormòns nel medioevo” di Donata Degrassi apprendiamo il ruolo vitale che gli incolti o prati permanenti avevano in funzione dell'alimentazione degli animali soprattutto quelli di grossa taglia bovini ed equini indispensabili per i lavori agricoli. Già la definizione di campo indicava la superficie agraria di circa un terzo di ettaro che poteva essere arata in una giornata di lavoro. I prati permanenti erano ubicati lungo il Versa tra Villa Orba Borgnano e Medea e nelle vicinanze di Cormòns nella località denominata Pradis. I boschi situati anche sul Quarin fornivano il sostegno per la vite e la vocazione della terra di Cormòns per la viticoltura e l'eccellenza dei suoi vini era già nota da qualche secolo in quanto il Vale nell”Itinerario di Santonino” riporta che nel settembre del 1486 Santonino che era il cancellere patriarcale accompagnava il vescovo Pietro Carlo in visita pastorale in Carinzia e giunti al castello di Rosegg il comandante el castello desideroso di bene accogliere ospiti tanto importanti offrì loro in dono “due botticelle di ottimo vino bianco di Cormòns”.
     Si può dedurre che la donazione di Ferdinando III riguardava terreni siti in locatità Langoris e sul monte Quarin terreni tuttora facenti parte dela tenuta.
     Dal Dizionario toponomastico di Giovanni Frau Angoris è un toponimo comune in Friuli deriva dal basso latino “longória” ossia campo lungo lista di terreno con l-deglutinato perchè sentito come un articolo da cui anche Langoris o Nangoris denominazioni molto in uso anche da noi. Con Regio Decreto n. 800 del 29 marzo 1923 con il quale veniva imposta l'italianizzazione della toponomastica alloglotta il toponimo Langoris comunemente riportato nella cartografia austriaca viene ufficializzato ovvero italianizzato in Angoris. Tutto sommato è andata anche bene in quanto nello stesso Decreto nomi come Chermenizza sono stati italianizzati in Santamarina e Bate in in Battaglia della Bansizza.
     Non si conosce la data di inizio dell'edificazione della villa. Nella Visita Pastorale del 9 aprile 1753 dell'Arcivescovo Attems riscontriamo che vi era annessa una chiesa “Extra Oppidum” dedicata a tutti i santi officiati contro le tempeste e le avversità. Forse in eredità di ciò fino a pochi anni fa da Angoris partiva il segnale di inizio e di fine dello sparo dei razzi antigrandine all'avvicinarsi di nubi grandinigene.
     Il Falzari nelle “Chiese di Cormòns” cita la cappella di Santa Cecilia in Langoris cappella che prima era dedicata a San Giorgio sita nella parte posteriore della Villa all'estremo dell'ala destra. Sull'altare vi è una pala del seicento raffigurante la Madonna col Bambino che alla destra ha Santa Cecilia e Santa Rosa da Lima secondo Tassin rappresenta invece Santa Barbara mentre alla sinistra vi è raffigurato Sant'Andrea Sant'Antonio e sotto San Francesco Saverio.
     Si può dedurre che la villa sia della fine del seicento o inizio del settecento e solo la consultazione degli archivi della famiglia Locatelli-Agenauer (per matrimonio della Baronessa Carlotta) potrebbe esserci d'aiuto per la datazione. Nel Sommarione dele mappe catastali anno 1811 Dipartimento di Passariano troviamo quale proprietario Giorgio Locatelli ed i fabbricati sono descritti quali “casa e corte di villeggiatura”. Dai registri tavolari risulta che la proprietà rimase sempre della famiglia fino al 25 novembre 1937 quando venne ceduta alla Società “Max Orefice e C.” di Venezia ed il primo febbraio 1939 viene intavolato il diritto di proprietà alla SACTA Società Anonima Trasformazioni e Conduzione Agricole sempre con sede a Venezia. Molti di noi si ricordano che i proprietari in effetti erano i Conti Miani friulani di origine grossi industriali del petrolio con la passione dei cavalli di Milano e Roma. Successivamente alla fine degli anni sessanta circa passò agli attuali proprietari la famiglia Locatelli omonima dei primi proprietari.
     Il 6 dicembre 1916 siamo in pieno periodo di occupazione militare italiana durante la prima guerra mondiale viene annotato il sequestro delle realtà del Barone Giorgio Locatelli sequestro che effe fine il 7 giugno 1919 con la restituzione dei beni.
     Il barone Giorgio Locatelli ultimo podestà austriaco di Cormòns e del quale mio nonno Giovanni Battista Panzera era il vice podestà rappresentava a Cormòns l'Austria la fedeltà all'imperatore e gli eletti nella sua lista il movimento Faiduttiano. Il padre Barone Michele Locatelli I.R. Ciambellano di Corte di sua Maestà l'Imperatore Francesco Giuseppe fu il fautore e presidente del comitato per l'erezione dela statua di Massimiliano I.
     Il sequestro visti i tempi si può dire che fu una conseguenza inevitabile. Prima però la villa ed terreni retrostanti furono requisiti sin dai primi giorni di guerra con un ordinanza intestata “Municipio di Cormòns e Povia” e messa a disposizione dell'Esercito Italiano che adibì la Villa ad ospedale militare. Durante la requisizione alla famiglia veniva pagata un'indennità mensile di 750 lire italiane. Anche all'esterno fu allestito un ospedale da campo l'ospedale n. 245 da 200 posti letto che però arrivo a contenerne anche 650. Era un grosso complesso ospedaliero con sale operatorie che raccoglieva unitamente agli altri 30 ospedali allestiti a Cormòns i feriti del fronte dell'Isonzo dove operava la II^ Armata che aveva il comando con il generale Cappello a Cormòns nella villa Perusini. Il terreno retrostante la villa e che va fino all'attuale cavalcavia fu adibito a cimitero. Vi trovarono sepoltura quasi 1500 militari italiani sopratutto deceduti nell'ospedale stesso. Alla fine dela guerra sull'intero territorio di Cormòns in totale rimasero circa 5600 sepolture militari. Dopo la riesumazione delle salme a guerra finita ed il loro trasferimento a Redipuglia è rimasto il cippo centrale con la scritta tuttora leggibile “Ai generosi/giusta di gloria/dispensatrice/è/morte”.
     I terreni circostanti erano occupati per depositi di carriaggi e vi sono delle foto che mostrano quali trofei aerei abbattuti nei campi antistanti la villa stessa ed una bella fotografia che non compare nel fondo Isonzofront del Krieg Archiv di Vienna fondo che contiene ben 8560 foto ed una trovata casualmente proprio l'altro ieri che riprende tutto il complesso aziendale.
     Alcuni anni fa durante un colloquio avuto con l'ultima discendente baronessa Elena ad una mia osservazione che da immagini viste la Villa mi sembrava di dimensioni più ridotte rispetto alle attuali mi disse che la stessa fu ampliata nella necessità di un avvenimento o di una festa per la quale dovevano provvedere all'ospitalità di numerose persone. E questo ci introduce all'aspetto mondano della Villa. Alle battute di caccia organizzate dal Barone Pirro nella riserva di Angoris riserva che aveva un guardia caccia fisso tutto l'anno. Alle battute prendevano parte molti invitati e notabili locali ed alle stesse assistevano anche vari spettatori sistemati sulla collinetta. I cacciatori aspettavano le prede sopratutto lepri sulla piana a ridosso della collinetta dove partendo dai confini di Medea Borgnano e del Versa i coloni ed i figli degli stessi ingaggiati per l'occasione quali battitori le mandavano verso le doppiette spianate. Dopo l'esposizione delle prede cacciate messe in bella mostra nello spiazzo antistante grande pranzo inelle sale della Villa dove non mancava mai la pasta e fagioli con le cotiche e piatti tipici della cucina austriaca. I fattori invece mangiavano in cucina.
Il Barone Pirro era un ottimo cavallerizzo aveva fatto servizio militare nella cavalleria e dopo un incidente dovuto ad una caduta da cavallo non volle mai separarsi dal suo ultimo cavallo un bellissimo purosangue nero che rimase ad Angoris fino alla sua morte naturale.
     Un altro avvenimento mondano che molti non più giovani ricorderanno avvenne nel quando il conte Miani ospitò nella Villa di Angoris tutto il cast del film Addio alle armi la seconda versione prodotta dagli studi di Hollywood nel 1957 in occasione di alcuni esterni girati a Venzone. Nella Villa soggiornarono per diversi giorni il regista Charles Vidor e gli attori Rok Hudson che impersonava il soldato americano e l'attrice Jennifer Jones l'infermiera Kurt Koszanar ma anche attori italiani quali Vittorio De Sica Alberto Sordi. Per la cronaca il film tratto dall'omonimo romanzo di Hemingway non ebbe successo d'incassi e nonostante il dispendio di mezzi fu giudicato dalla critica un polpettone tanto che costrinse David O Selznick a ritirarsi dall'attività di produttore.
     Non si può chiudere questa breve conversazione sulla Tenuta di Angoris senza ricordare anche l'importanza che la stessa ha avuto nel contesto economico agricolo cormonese. Per i vini prodotti ed imbottigliati già durante il periodo austroungarico e dei quali ci sono rimaste le etichette di Picolit Ribolla Verduzzo Riesling Refosco e Tokayer a testimonianza della loro produzione ed esportazione nelle terre dell'Impero. Cormòns allora grazie alla costruzione della Ferrovia Meridionale era un importante centro non solo di produzione ma di commercializzazione di frutta e vini.
     Negli anni cinquanta il conte Miani fu tra i primi imbottigliatori di Cormòns assieme alla baronessa Codelli a Giovanni Ferlat ed ai brazzanesi Banello e Zorzon che fecero conoscere il nostro vino conquistando il mercato italiano ed estero. L'allevamento di cavalli purosangue di cui il conte era un gran apassionato gli impianti dei pescheti che in primavera rendevano la campagna di Angoris ai lati della strada per Mariano un immenso tappeto rosa. Erano varietà precoci richieste dai mercati ed alla cui raccolta si sono dedicate generazioni di giovani e studenti mentre alla cernita provvedevano gli occhi attenti di tante ragazze e donne cormonesi. Tuttora è un'azienda all'avanguardia per la viticoltura e la zootecnia ma desidero però chiudere con un ricordo legato anche alla mia infanzia quando si veniva a vedere il leone del piccolo giardino zoologico annesso alla Villa. Si chiamava Adolfo era vecchio e seppur limitato in angusti spazi delimitati da artistiche sbarre stava li immobile con la sua maestosa criniera a voler quasi testimoniare l'importanza e la regalità della tenuta di Langoris.